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È stata presentata oggi l’undicesima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival che si svolgerà dal 6 al 9 ottobre a Venezia. A introdurla è stato il direttore artistico e organizzativo Roberta Novielli, dopo i saluti iniziali del Prorettore alle Relazioni internazionali e cooperazione internazionale dell’Università Ca’ Foscari, Fabrizio Marrella, e dell’ Assessore con delega all’Università del Comune di Venezia, Paola Mar.
Lo Short, il cui manifesto è stato realizzato per il secondo anno da Lorenzo Mattotti, è organizzato con la collaborazione della Fondazione di Venezia e di altri partner ed è il primo festival in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università, confermandosi una manifestazione pensata dai giovani per i giovani, grazie alle centinaia di studenti che vi contribuiscono. Partendo dall’Università Ca’ Foscari, il festival è diventato progressivamente una manifestazione che appartiene sempre più all’intera città di Venezia, con la quale si integra armoniosamente grazie al suo carattere “diffuso”, Quest’anno, infatti, saranno ben undici le sedi differenti, oltre allo storico Auditorium Santa Margherita, dove sarà possibile assistere alle proiezioni e ascoltare gli ospiti del festival.
Durante la conferenza stampa, c’è stato un momento di grande commozione con l’intervento, in collegamento video, di Alka Sadat, regista afghana e coordinatrice dell’Herat International Women’s Film Festival, che ha descritto la situazione del suo paese e il lavoro fatto con l'Herat Women Film Festival, che è andato in fumo. Poi, dopo aver sottolineato il suo legane con l’Italia, a gran voce, ha affermato che “ il cinema è importante per far vedere donne forti e questo è sovversivo in un ambiente come quello afghano”.
La testimonianza di Sadat è stata particolarmente importante, perché quest’anno il festival è molto attento alle tematiche legate ai diritti delle donne e alla parità di genere e l’attuale situazione afghana non può che essere la manifestazione più riconoscibile di questa discriminazione. Sadat sarà presente a Venezia per raccontare le mille difficoltà che il festival di Herat, fondato dalla sorella Roya – anch’essa regista – ha dovuto affrontare (nel 2021 non si è svolto) e per presentare un suo documentario, Afghanistan Night Stories, insieme a un estratto di un film della sorella. Sempre in questa direzione vanno anche altri due programmi speciali che vogliono mettere in risalto le problematiche e le disparità che le donne devono affrontare quotidianamente, anche in società molto lontane fra loro come India e Italia. Per l’annuale appuntamento con il cinema indiano curato da Cecilia Cossio, saranno infatti proiettate due opere di Shazia Iqbal e di Tarun Dudeja, incentrate sull’esplorazione della figura della donna all’interno di un ambiente patriarcale e conservatore. Verranno inoltre presentati 24 video realizzati dalle partecipanti al progetto Mujeres nel cinema, un gruppo di migliaia di donne italiane che lavorano a vario titolo nel cinema e che si battono per la promozione di un ambiente di lavoro libero da qualsiasi forma di discriminazione.
Anche nel concorso, dove competono 30 tra i migliori cortometraggi prodotti nell’ultimo anno nelle scuole di cinema e università di tutto il mondo (su oltre 2.500 candidature), le registe donna sono numerose e lo sono ancora di più le opere incentrate su protagoniste femminili che non accettano il destino che la società auspicherebbe per loro, ma vi si ribellano e scelgono le proprie battaglie personali, anche a costo di grandi sacrifici o di dover superare molti pericoli: dalla bambina di Yard Kings del portoghese Vasco Alexandre all’adolescente serba di Days Lost di Jovana Avramovic, dalle sorelle di Little One di Ana Andonova all’attivista brasiliana di The Solace of Ruins di Gabriela Lourenzato, passando per la sarta indiana di Chiffon, la coraggiosa avventuriera di The Heart of the Volcano e il documentario libanese Aida. Quattro saranno invece gli italiani in gara: Where the Leaves Fall di Xin Alessandro Zheng, Vegetariani di Marco Mazzone, Round 0 di Sonia Ladidà Schiavone, italiana trapiantata in Islanda, e il corto d’animazione En rang par deux di Elisabetta Bosco, Margherita Giusti e Viola Mancini.
La giuria internazionale che assegnerà il primo premio al Concorso internazionale è costituita come da tradizione da tre personalità del mondo del cinema: lo scrittore e regista francese Philippe Claudel, pluripremiato per la sua opera prima Ti amerò sempre (2008), l’animatore americano Tony Grillo che tra produzione e regia ha all’attivo oltre cento episodi animati, pubblicità e cortometraggi, e la regista e programmatrice italiana Laura Aimone, che nel 2019 ha debuttato alla regia con il cortometraggio Il carnevale della vita. I giurati saranno come di consueto protagonisti del Programma speciale della giuria durante il quale incontreranno il pubblico e presenteranno cortometraggi ed estratti di film da loro diretti.
Ad affiancare il Concorso Internazionale, ci sarà come sempre una ricca proposta di programmi speciali, masterclass, focus, retrospettive e ospiti d’eccezione, a partire dal cineasta giapponese di culto Tsukamoto Shin’ya che torna a Ca’ Foscari a distanza di dieci anni per una masterclass imperdibile durante la quale ripercorrerà una carriera leggendaria, a partire dal suo film-cult Tetsuo fino ad arrivare al più recente Killing. Lo Short ospiterà poi da remoto il protagonista di tante avventure di Salgari, il mitico ‘Sandokan’ Kabir Bedi, il quale presenterà un’associazione umanitaria che da tempo si occupa dei bambini meno fortunati dell’India: Care&Share.
Ad anticipare l’inaugurazione vera e propria dell’undicesima edizione, si terrà anche una pre-apertura, il 5 ottobre, realizzata grazie alla collaborazione di Guang Hua Cultures et Media, il quale organizza dal 2016 la Mostra Cinematografica Cinese in Italia che quest’anno partirà proprio dallo Short per poi essere portata in numerose università italiane a Napoli, Bologna, Roma e Milano. Introdotti dalla curatrice Elena Pollacchi, in programma ci sono film di due tra i più celebrati registi cinesi contemporanei: Zhang Yimou con Shadow e Jia Zhang-ke con Ash is Purest White.
Verrà poi festeggiata la nuova collaborazione con WeShort – la piattaforma di streaming on demand dedicata ai cortometraggi – con la proiezione del corto premio Oscar Skin di Guy Nattiv e di On Silent di Gabriele Paoli, introdotto dall’interprete principale Jun Ichikawa e dal candidato all’Oscar Vittorio Sodano. Il fondatore di WeShort Alessandro Loprieno presenterà infine il trailer del docu-cortometraggio prodotto dalla piattaforma.
Torneranno poi gli appuntamenti ricorrenti del festival: East Asia Now, a cura di Stefano Locati, con tre cortometraggi provenienti da Corea del Sud, Filippine e Giappone che riflettono in maniera originale sulle paure e le paranoie originatesi in oltre un anno di pandemia. Il consueto programma sul cinema delle origini a cura di Carlo Montanaro, sarà invece dedicato all’animazione di inizio Novecento realizzata su supporti di carta. Incentrato sull’animazione sarà anche Lo sguardo sospeso, l’annuale ricognizione sulla video-arte italiana a cura di Elisabetta Di Sopra con la collaborazione dell’Archivio di videoarte Yearbook. Torna poi l’appuntamento con il VideoConcorso Pasinetti, storica rassegna veneziana di cui lo Short propone una selezione delle opere premiate nella passata edizione. Ben tre programmi saranno dedicati ai giovani che si approcciano per la prima volta al mondo del cinema con la presentazione dei video-essay realizzati dagli studenti che hanno partecipato al progetto del collettivo Quarta Parete, dei cortometraggi prodotti durante l’anno di studi dai giovani del Master in Fine Arts in Filmmaking di Ca’ Foscari e dei video creati dagli studenti della summer school Films in Venice and Filming Venice delle Venice International University.
Torneranno anche i due concorsi collaterali che da anni affiancano quello principale, con la quinta edizione del Music Video International Competition, riservato a video musicali realizzati da studenti di università o scuole di cinema italiane e internazionali e l’ottava edizione del Premio “Olga Brunner Levi”, organizzato in collaborazione con la Fondazione Ugo e Olga Levi, dedicato al tema della donna nella musica, con opere realizzate da studenti liceali di tutto il mondo. A questi si aggiunge lo Script contest organizzato con il partner Carpenè-Malvolti a cui partecipano i registi del Concorso Internazionale e del Music Video che porterà alla realizzazione di un corto incentrato sull’azienda.
Infine, anche quest’anno il festival si concluderà con una cerimonia di chiusura durante la quale saranno annunciati i vincitori che saranno premiati con delle sculture in vetro realizzate dai mastri vetrai che aderiscono al consorzio PROMOVETRO – Vetro Artistico di Murano. La serata sarà coronata da uno spettacolo finale a cura dell’artista/animatore Igor Imhoff che ha ideato una performance di realtà aumentata dal titolo Catoptrofobia.