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“Lo stato d’animo con cui interveniamo oggi è lo spirito di un figlio che dice alla mamma (Rai) che va ristrutturata la carta da parati”, inizia così il suo discorso Francesco Bruni, Presidente dell’Associazione della autorialità Cinetelevisiva (100autori), per introdurre le proposte per la riforma della Rai.
Il 3 aprile 2015 il Governo ha pubblicato il Disegno di Legge per la riforma della Rai, il testo potrebbe essere approvato nelle prossime ore o slittare fino al prossimo autunno. A prescindere dai tempi di approvazione e dai possibili emendamenti, l’Associazione 100autori propone una serie di interventi che ritiene necessari per la crescita e il miglioramento dell’industria dell’audiovisivo. “Si propone di migliorare la qualità dell’impegno Rai nell’ideazione, produzione e distribuzione di cinema, fiction, documentario e animazione”.
L’Associazione italiana 100autori propone: l’ampliamento della varietà e dell’offerta in modo da soddisfare e riconquistare un numero elevato di telespettatori ormai distanti dai prodotti Rai; l’uso di nuovi formati e linguaggi; nuovi modelli produttivi; la ricerca e promozione di giovani talenti; l’internazionalizzazione del prodotto italiano.
“Non dimentichiamo i successi avuti con la Rai, ma siamo qui per parlare dei cambiamenti in atto nel panorama dell’audiovisivo a livello mondiale”, commenta Andrea Purgatori (Coordinamento Nazionale 100autori). La televisione generalista è passata di moda da diverso tempo e serve qualche valido progetto per il futuro. Un occhio che vada oltre il confine e guardi al panorama e al mercato estero. Una riforma importantissima per la Rai soprattutto con l’arrivo, quasi imminente, della piattaforma Netflix nel nostro Paese. “La serialità televisiva internazionale deve essere stimolante perché anche l’Italia ha le sue potenzialità per cui bisogna affrontare una seria riforma della fiction che punti al futuro”, ha continuato Purgatori.
Uno dei punti cardine della proposta mossa dall’associazione 100autori è rivolta alle produzioni indipendenti e alla gestione dei diritti; a valorizzare il potenziale creativo dei nuovi talenti; a competere sul mercato internazionale creando maggiori sinergie di coproduzione. La proposta sarà inviata al Governo con la speranza che venga discussa per tempo. “Cuore della televisione è la scrittura, la creazione di contenuti. L’Italia è l’unico paese che sceglie in base al passato e non si interroga sul futuro”, afferma nel suo intervento Emmanuel Gout, Presidente Cinecittà World.
Hanno aderito alle proposte per la riforma della Rai anche diversi personaggi di spicco del cinema italiano come Francesca Archibugi, Gabriele Salvatores e Paolo Virzì.