PHOTO
Da Baghdad a Mosul fino allo Yemen, è in atto uno straordinario fermento culturale: giovani registi girano corti, lunghi, vincono premi. Una vera e propria “rinascita afghana”, come racconta il numero di novembre della Rivista del Cinematografo (disponibile dal 1° novembre e acquistabile al link www.cinematografo.it/riviste/ o scrivendo a abbonamenti@entespettacolo.org), che presenta in copertina un’immagine tratta da Hanging Gardens di Ahmed Yassin Al Daradji.
Il reportage, realizzato dalla giornalista Laura Silvia Battaglia (tra le massime esperte di Medioriente) e dal fotografo Gianmarco Maraviglia, offre uno sguardo inedito su una terra devastata dai conflitti, dando voce a una generazione che ha trovato nel cinema lo spazio in cui esprimere la propria visione del mondo. Come dice il regista Wareth Kwaish: «Se non possiamo fare la rivoluzione nelle strade, perché governo e milizie ci uccideranno uno per uno, possiamo farla al cinema, lanciando un messaggio». Una prospettiva condivisa da Alka Sadat, produttrice, regista e organizzatrice del festival di Herata, la cui missione è fare film e continuare a farli vedere, come spiega nell’intervista data a Cristina Matteucci.
Un focus su questo tema sarà presente nel programma del Tertio Millennio Film Fest, il festival cinematografico del dialogo interreligioso, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e giunto alla sua venticinquesima edizione. Un anniversario celebrato in compagnia di nuove giurie e titoli da non perdere. Gianluca Arnone, co-direttore artistico con Marina Sanna, traccia un bilancio di questi anni annunciando le novità della nuova selezione, che ha tra i temi forti la marginalità di uomini e donne legata a retaggi culturali o sociopolitici, da The Sleeping Negro a Rehana di Abdullah Mohammad Saad.
Si è chiusa la XVI edizione della Festa del Cinema di Roma: Marco Bellocchio è stato tra i protagonisti della manifestazione, con la presentazione in anteprima mondiale di tre sequenze di Esterno notte, l’attesissima serie sul sequestro Moro di prossima uscita. E non solo: scopriremo l’educazione sentimentale di un maestro, dalle folgorazioni di Visconti, Resnais, il Free Cinema all’ammirazione per Marlon Brando.
Come ogni mese, i critici della Rivista del Cinematografo offrono una guida ai film in sala con recensioni dei film: tra le altre, È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, designato dall’Italia per la corsa alla candidatura all’Oscar come miglior film internazionale; La scelta di Anne di Audrey Diwan, vincitore del Leone d’Oro alla Mostra di Venezia; Annette, il musical che segna il ritorno di Leos Carax; The French Dispatch, il nuovo lavoro di Wes Anderson.
Ampio spazio dedicato alla serialità con le recensioni dell’attesissima Vita da Carlo, prima incursione di Verdone nel racconto a puntate, del fenomeno globale Squid Game, Maid con Margaret Qaulley e tante altre serie disponibili in televisione e piattaforme digitali.
Non mancano le consuete rubriche dei collaboratori della Rivista del Cinematografo: Gianni Riotta ritorna a Il mistero del falco, opera prima di John Huston, Nadia Terranova immagina l’adattamento di Libro del sangue di Matteo Trevisani, Giacomo Poretti rivede in famiglia WALL•E di Andrew Stanton, Marco Spagnoli ragiona sulle storture democratiche di Facebook. Nello spazio dei libri, la recensione di Che hai fatto in tutti questi anni? di Piero Negri Scaglione, che ricostruisce l’avventura produttiva e umana di C’era una volta in America di Sergio Leone.
In Sapere Vedere, la sezione dedicata alla formazione all’audiovisivo, Simona Busni riflette sul ruolo della critica e Bruno Fornara consiglia testi e guide per “imparare a studiare” il cinema. E poi le “visioni guidate” al film Antigone di Sophie Deraspe e alla serie Attack on Titan - L’attacco dei giganti, disponibile su Netflix e Prime Video.
Con le sale piene di grandi film italiani, mons. Davide Milani (direttore della Rivista del Cinematografo e presidente della FEdS) scrive nel suo editoriale: «Poche volte c’è stata, come in questo momento, un’attenzione alla qualità, sul piano produttivo e soprattutto narrativo, nel cinema italiano. Lo si è visto nei tanti titoli passati alla Mostra di Venezia, al Festival di Cannes e alla Festa di Roma. In questa produzione d’autore lo sguardo si concentra sulla realtà, sulle sue tante sfumature, sulle sfide di ogni giorno».