PHOTO
“Aboliamo l’IMU su cinema e teatri.”. E’ quanto chiedono l’AGIS e le associazioni dell’esercizio cinematografico ANEC e ANEM in un appello inviato ai parlamentari componenti delle Commissioni Istruzione del Senato e della Camera dei Deputati.
“È doveroso riconoscere – si legge nell’appello - che, dopo anni in cui si diffondeva a macchia d’olio il verbo secondo il quale “con la cultura non si mangia”, questo nuovo corso politico ha invertito la rotta, investendo nuovamente su attività e industrie culturali.
È tuttavia tempo di dare un segnale chiaro anche agli operatori e agli imprenditori che gestiscono cinema e teatri. Coloro che soffrono più di ogni altro della tassazione locale, il cui incremento del 400% sta colpendo al cuore la redditività di queste imprese che rischiano di chiudere i battenti, depauperando così un capitale culturale e sociale di inestimabile valore.
Una tassazione che si riverbera implacabilmente sull’attività di gestione degli esercenti di ogni tipologia di sala, che siano proprietari oppure affittuari (è il caso più frequente) dell’immobile. La crisi e chiusura di cinema e teatri contribuisce all’impoverimento dei centri cittadini, crea zone di desertificazione urbana, elimina occasioni importanti d’incontro, di aggregazione, di vitalità culturale. Non è un caso, a nostro avviso, che i recenti tragici fatti di Parigi abbiano colpito anche le sale di spettacolo, luoghi simbolici della nostra cultura perché lavorano per la libertà culturale degli artisti che vi propongono le loro opere e per i cittadini che altrettanto liberamente ne fruiscono”.
“In questi giorni – continua l’appello - entrerà nel vivo alla Camera la discussione sulla Legge di Stabilità, al cui interno il Ministro Franceschini rivendica – giustamente - investimenti e interventi significativi per i settori culturali. Una inversione di marcia di cui si sentiva davvero il bisogno. Il Premier ha annunciato ieri un intervento straordinario per la Cultura: 1 miliardo di risorse per il 2016. Una misura davvero importante ed innovativa per il nostro Paese. Siamo convinti che un investimento così rilevante non possa non coinvolgere il segmento produttivo dei Cinema e dei Teatri, che sono l'anello debole della catena dell'industria culturale.
Molti Comuni ed Enti Locali hanno già capito la drammaticità della situazione: Roma, Firenze, Torino, etc., hanno approvato interventi di riduzione, ove possibile. Il Presidente dell’ANCI, Piero Fassino, di recente ci ha scritto una lettera ufficiale condividendo l’opportunità di una soluzione strutturale a questa problematica.
Eliminiamo una patrimoniale sulla cultura e sul nostro futuro che non ha ragione di esistere. Per lavorare da subito, insieme, per un rilancio della nostra identità culturale delle sue troppo trascurate infrastrutture”.