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(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Il provvedimento cautelare pubblicato su tutti i quotidiani, assunto dalla Autorità Garante della Concorrenza del Mercato e relativo ad un procedimento al quale questa Associazione è rimasta estranea e pertanto impossibilitata a conoscere il contenuto degli atti difensivi e delle indagini, fa però emergere
con inusitata chiarezza una necessità ignorata anche dagli estensori del provvedimento, ovvero quella di regolamentare il Mercato Cinematografico, disciplinato da norme frammentate e giuridicamente inadeguate se rapportate ai nuovi strumenti di veicolazione del prodotto cinematografico".
Lo afferma, in una nota, il presidente dell’Ueci, Unione Esercenti Cinematografici Italiani, Manuele Ilari.
"Un impianto giuridico-regolamentare adeguato ai tempi sarebbe in grado di tutelare non solo i fruitori del servizio (gli spettatori) ma anche l’intera filiera delle imprese interessate alla programmazione di film. Sembra sfuggire a molti, e quindi anche a chi è chiamato ad intervenire e giudicare, la differenza fra un Arena obbligata ad emettere biglietti, con i vincoli e limitazioni ad essa imposti, ed una manifestazione cinematografica all’aperto", sottolinea Ilari.
"E’ sufficiente scorrere le immagini televisive di alcune di queste manifestazioni di piazza, con incoscienti assembramenti in spregio alla normativa emergenziale di contenimento dell’infezione da COVID-19, e le forti limitazioni imposte alle imprese con attività recettiva, tra cui appunto i cinema e le arene, con obbligo di distanziamento degli avventori e di controllo della temperatura ecc., per comprendere che è giunto il momento di un impianto regolamentare chiaro e trasparente con definizione dei soggetti e disciplina degli obblighi e dei diritti di tutti in coerenza con il loro ruolo. Attendiamo dalle Autorità preposte non solo provvedimenti cautelari, ma anche il coraggio di costruire, sull’esempio di altri paesi e di concerto con gli operatori, un mercato nuovo dove le imprese possano essere chiamate ad operare attraverso una sana e leale concorrenza", conclude Ilari.