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Indiana Jones festeggia quarant'anni. Nella cover story di giugno della Rivista del Cinematografo – disponibile dal 1° giugno e acquistabile al link www.cinematografo.it/riviste/ o scrivendo a abbonamenti@entespettacolo.org – con una illustrazione di Mara Cerri in copertina, ripercorriamo le tappe della saga e del personaggio rivoluzionario che ha segnato l'immaginario collettivo.
Le origini
«Quando si pensa a Indiana Jones, la memoria va subito al cinema avventuroso degli anni Trenta e Quaranta, però forse non tutti sanno che la maggiore fonte d'ispirazione furono i fumetti, in particolare le peripezie di Zio Paperone» racconta Gian Luca Pisacane a quanti non conoscono le origini del personaggio.
Il successo della saga è legato anche ai luoghi immaginati per Indiana da Steven Spielberg e George Lucas: sono posti pieni di meraviglie ma anche di orrori. «Per i due creatori – racconta Emanuele Rauco – il luna park è un luogo particolarmente significativo: è un luogo in cui fuggire dai problemi della realtà, in cui nascondersi quando i cattivi arrivano alle nostre porte, ma è un luogo che per questo ha un fortissimo senso di suggestione, è un posto in cui si entra in altre dimensioni le cui esperienze ludiche, spesso, trascendono in qualcos'altro».
Ma chi è davvero Indiana Jones?
Nella cover story ci soffermiamo su chi fosse davvero Indiana Jones, dalla professione – si può davvero definire archeologo un avventuriero non meglio definito, un predatore di sapere e azione? Rispondono, nei loro articoli, Gianluca Arnone e Angela D'Arrigo – al rapporto con la figura paterna, tema che ispira e attraversa tutto l'universo spielberghiano
«Quella di Spielberg è una filmografia di protagonisti virili (o alla ricerca della virilità) con preoccupazioni da uomini ma abitati dalla malinconia dell'abbandono e ossessionati dalla ricerca impossibile della loro infanzia perduta. Marcato a fuoco dal loro divorzio, non smette di interrogare la relazione del bambino col mondo adulto attraverso famiglie sovente divise, ricomposte o amputate. Non fa eccezione Idiana Jones», scrive Marzia Gandolfi.
Dalla storia del personaggio al suo futuro: Lorenzo Ciofani ci anticipa alcune informazioni sul quinto Indiana Jones - la cui uscita è prevista nel 2022 – con le novità che riguarderanno il cast e la regia. Per la prima volta, infatti, non dirigerà Spielberg e si vedrà un personaggio femminile inedito.
Oltre la cover story
Tra le recensioni del mese, quella su The Father, film sorprendente di Florian Zeller che porta in scena la sua omonima pièce ed è valso ad Anthony Hopkins il secondo Oscar della carriera. Mentre per l'ormai consueto approfondimento critico sulle serie tv da non perdere The Underground Railroad di Barry Jenkins, da La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead, Lisey's Story ideata da Stephen King e diretta da Pablo Larraìn, con cast all stars, e 1971: l'anno in cui la musica ha cambiato tutto, docuserie che vede Asif Kapadia tra i creatori.
Anche nel numero di giugno, lo spazio dedicato alla formazione dei giovani spettatori, Sapere Vedere, aperta da "Un metodo da inventare" di Simona Busni, l’appuntamento mensile che approfondisce questioni aperte sulla didattica del cinema. Proseguono le collaborazioni con Scelte di classe e Orientaserie, per accompagnare e guidare i ragazzi nella visione di film e serie tv.
Come sempre spazio alle rubriche di Gianni Riotta, che questa volta individua le affinità tra Nomadland e Minari, Nadia Terranova ci racconta perché La casa delle madri sarebbe un bel film mentre Giacomo Poretti consiglia di rivedere Wiplash, Bruno Fornara scrive sull'importanza dei generi cinematografici e Chiara Tagliaferri ricorda Judy Garland.