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La bellezza senza tempo di Lucia Bosé è il simbolo del VII Festival del cinema europeo di Lecce, in calendario dal 25 al 30 aprile. Alla diva italiana è infatti attribuito l'omaggio che la manifestazione diretta da Alberto La Monica dedica ogni anno a un attore o un'attrice particolarmente significativi del nostro cinema. Ma Lucia Bosé è qualcosa di più: un'icona di libertà e di scelte controcorrente. Ha abbandonato il cinema quando tutti la volevano, anche se ogni tanto vi fa ritorno. E' vissuta lontana dal clamore delle cronache pur avendo avuto per amici Picasso e Dalì e sposato il famosissimo torero Dominguin. Oggi, dividendosi tra la Spagna e l'Italia, continua lavorare in campo artistico perché si occupa di arti visive e con caparbietà ha voluto aprire il Museo degli Angeli, primo spazio al mondo interamente occupato da oggetti, sculture e quadri che raffigurano le celestiali creature. Per loro si è anche tinta i capelli di blu, un colore che addosso ad altre sue coetanee farebbe inorridire, ma che lei porta con grazia così come l'età che non la preoccupa. Merito, dice, dell'entusiasmo e di una serenità interiori che ha imparato a coltivare. Eterna ragazza, si schermisce di fronte ai complimenti e si stupisce di tanta attenzione a lei rivolta: "So che la bellezza è un privilegio e sono contenta di possederla, ma la bellezza va illuminata altrimenti non conta nulla. Spesso vedo sullo schermo attrici di grande fascino ma che mi sembrano esercitare un potere. Ecco, alla fine non mi sembrano più nemmeno belle". Senza ansie, accetta solo i progetti che davvero la interessano, come il film che si appresta a girare. "Sarò Fernanda, la figlia zitella, nei Viceré di Roberto Faenza. Ho letto la sceneggiatura e l'ho trovata bellissima. Queste sono le occasioni per quali vale la pena di tornare sul set", afferma lasciando capire che a convincerla è anche il clima di amicizia che troverà durante la lavorazione. L'omaggio a Lucia Bosé, della quale tra i tanti film che l'hanno vista protagonista saranno presentati il classico Non c'è pace tra gli ulivi e il più recente Harem Suaré, non è però l'unico evento del Festival del cinema europeo di Lecce. Molti e interessanti i film in concorso, dall'italiano Sandra Kristoff di Vito Vinci al greco Hostage di Constantine Giannaris. In apertura e chiusura poi, fuori competizione, due opere assai significative: These Foolish Things di Julia Taylor-Stanley con Angelica Huston e Lauren Bacall, e il film a più mani Bambini firmato da Alessio Federici, Peter Marcias, Andrea Burrafato, Michele Rho. Particolarmente importante anche la finestra sul cinema albanese, cinematografia di cui poco si conosce e che invece nonostante le difficoltà economiche è lentamente tornata a realizzare prodotti di qualità. A completare la manifestazione, la retrospettiva integrale di Andrej Tarkovskij e "Le giornate degli attori": quattro appuntamenti con i volti giovani del cinema italiano, durante i quali a confrontarsi con il pubblico saranno Iaia Forte, Gianfrancesco Favino, Giammarco Tognazzi e Tommaso Ragno.