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Una guardia medica notturna e un rider che consegna cibo a domicilio. Li interpretano rispettivamente Diego Abatantuono e Frank Matano in Una notte da dottore, la nuova commedia di Guido Chiesa, presentata in anteprima ad Alice nella città e in uscita al cinema il 28 ottobre distribuita da Medusa in 350 copie.
Prodotto da Colorado Film in collaborazione con Medusa il film è un remake del francese Chiamate un dottore! di Tristan Séguéla con Michel Hakim e Blanc Jemil.
“In quello francese si suggeriva un dramma che poi non veniva poi sviluppato- racconta il regista-. Noi siamo andati fino in fondo su suggerimento di Diego Abatantuono. Ci spaventava un po’ questo. Poi però ho pensato a film come Il sorpasso o La grande guerra, film che hanno fatto la storia del cinema italiano molto divertenti, ma al tempo stesso anche molto drammatici. Abbiamo quindi fatto un lavoro sulla profondità dei personaggi”.
E Abatantuono: “Era un sottotesto che si poteva intuire, qui viene esplicitato e penso che sia diventato anche più interessante ed incisivo per il pubblico. È un film davvero musicale in cui uno si deve accordare con l’altro. Noi siamo riusciti a portare a casa qualcosa di realistico. La chiave importante è che si creda a quello che si vede e devo dire che il personaggio che interpreto, ovvero il medico, ha davvero un grande passato alle spalle. Tra l’altro il problema della schiena è autobiografico”.
Nel film Abatantuono è un medico imperfetto, poco empatico, ma comunque a suo modo umano. Dopo il Covid e quello che abbiamo vissuto quanto ancora si può ridere dei e sui medici? “Prima di girarlo abbiamo riflettuto a lungo se ambientarlo in epoca pre, durante o post Covid – risponde il regista-. Poi abbiamo deciso di ambientarlo prima della pandemia e credo che sia stata la scelta vincente. In quel periodo i medici sembravano dei santi. Sono esseri umani come tutti. E alcuni sono anche poco empatici”.
Il film però è stato girato a Roma proprio durante il lockdown e ovviamente, come da titolo, durante la notte. “Per Diego e Frank che sono animali notturni è stato semplice- dice-. Mi è un po’ dispiaciuto che non ci fossero macchine in giro. Anche nelle inquadrature fatte con i droni la città è deserta. Gli unici che incontravi di notte erano i carabinieri. È anche vero che questo dà un senso di malinconia a tutto il film che lo rende più interessante”.
E Frank Matano dice: “Abbiamo molto lavorato sul copione. Ho imparato davvero tanto da Diego Abatantuono per osmosi. Oggi il pubblico è più sofisticato ed è diventato quasi anacronistico fare un film comico fatto solo di battute”.
Infine il produttore Alessandro Usai (Colorado Film) conclude: “La commedia francese era ambientata a Natale, ma la struttura era molto simile. Noi non abbiamo voluto avere il vincolo dell’uscita natalizia. Abbiamo letto la sceneggiatura francese prima che venisse fatto il film. Siamo abituati a fare dei remake. Sono film che hanno dei grandi concept e questa è una cosa rara proprio come Perfetti Sconosciuti”.