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Tutti per Uma
Una famiglia di viticoltori tutta al maschile. E' Tutti per Uma, l'opera prima di Susy Laude, al cinema dal 2 giugno distribuita da Vision, che vede protagonisti Pietro Sermonti, Lillo Petrolo, Antonio Catania e Dino Abbrescia. Una commedia family in stile fiabesco con una Mary Poppins all'italiana di nome Uma, interpretata da Laura Bilgeri, che racconta la storia dei Ferliga.
"Sono molto soddisfatta e mi sento davvero onorata di aver potuto raccontare il mondo che avevo in testa. Le fiabe sono fondamentali perché danno gioia e speranza ai ragazzi", dice la regista teatrale e attrice Susy Laude, che con questo film segna il suo debutto alla regia cinematografica. "All'inizio ho avuto un po' paura- racconta-. Noi siamo fatti del 90% dei film che abbiamo visto. Oggi non si può tanto inventare, ma bisogna copiare dal passato". Tanti dunque i film ai quali ha attinto: da quelli di Spielberg a (ovviamente) Mary Poppins, e poi ancora I Goonies, Little Miss Sunshine, Captain Fantastic, Jojo Rabbit.
Susy LaudeQuesta famiglia un po' sbilanciata per la mancanza di una figura femminile è composta da Nonno Attila (Antonio Catania), padre padrone all'antica, il fratello minore di Dante (Lillo Petrolio), bambinone mai cresciuto, e il figlio Ezio (Pietro Sermonti), vedovo che si è dato all'apicultura. E i due nipotini Francesco, un bimbo cicciottello appassionato di danza e spesso bullizzato, ed Emanuele, il più piccolo, molto monello, che tutti chiamano "nano".
Non è rischioso in questo periodo così politically correct (dopo la caricatura dei cinesi a Striscia la Notizia che ha scatenato molte polemiche) appellare nano un bambino? "Per tutta la vita anche io sono stato chiamato nano per via della statura- dice Lillo-. Il politically correct alla fine diventa una forma di razzismo perché non hai più possibilità di scherzare su niente. A quel punto stai automaticamente dicendo: quella persona già è così che ci scherzi pure sopra? E' un sottotesto che detesto: c'è un fondo di razzismo in questo modo di pensare. E'un'esagerazione. Se hai paura e devi stare attento a come parli vuol dire che ritieni quella persona diversa di te". E poi aggiunge: "Sono strafelice di far parte di un family movie come ho fatto con Lol. Bisogna dare un segnale di ripartenza perché la vita senza condivisione dal vivo è di una tristezza infinita".
Tra chi è appassionato di api e chi è sull'orlo del fallimento ed è costretto ad ipotecare la casa, tanti i temi affrontati tra cui anche il bullismo e gli stereotipi di genere.
"Ho lavorato tanti anni con i ragazzi al teatro a Parma e abbiamo sempre cercato di superare le paure- dice Susy Laude-. Mio figlio è stato bullizzato e è qualcosa che spesso succede nelle scuole. Volevo raccontarlo in una fiaba e volevo anche far capire che bisogna saper perdonare chi ti offende. E poi ho narrato le cose vestendole in un altro modo: una principessa che bacia il principe azzurro. E' lei che decide. Questa è una fiaba molto reale".
Infine conclude Massimiliano Orfei, ceo di Vision Distribution: "Non è banale fare dei prodotti family nel nostro cinema. Abbiamo percorso territori poco battuti e il rischio è stato ripagato dal risultato. In questo momento è importante dare il segnale che la nostra industria è viva e crede nella ripartenza del cinema. Proprio per questo usciremo con ben 150 copie".