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Mario Soldati, Barbara Steele e Carlo Verdone: il 37° Torino Film Festival cala un tris d’assi, all’insegna dell’eterogeneità.
Nel ventennale della morte, Soldati verrà celebrato in una “Giornata” ad hoc nella sala 3 del Cinema Massimo, che dallo scorso anno prende il suo nome: spezzoni di serie televisive, inchieste e interviste intervallati da interventi di familiari, amici, collaboratori, intellettuali sull’asse Torino-Roma, che innerva uno dei suoi romanzi più belli, Le due città.
Già, “Si può fare!", come esclamava il dottore eponimo in Frankenstein Junior, l'irresistibile omaggio di Mel Brooks ai gloriosi horror degli anni ‘30. Si può fare: ricostruire un uomo, rincorrere i vampiri, danzare con i fantasmi, ed ecco la retrospettiva, curata dal direttore Emanuela Martini, dedicata all'horror classico dal 1920 al 1970. Da Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene a L'orribile segreto del dottor Hichcock di Riccardo Freda, sotto l’egida dell’icona Barbara Steele, che in uno scatto sul set di Amanti d’oltretomba di Mario Caiano provvede l’immagine ufficiale. L’attrice britannica riceverà il Gran premio Torino 2019 e introdurrà le proiezioni dei film da lei interpretati, tra cui Il pozzo e il pendolo di Roger Corman e La maschera del demonio di Mario Bava.
E poi Verdone, che da Guest Director della 37esima edizione presenterà al pubblico “Cinque grandi emozioni”, ovvero Ordet di Carl Theodor Dreyer, Buon compleanno Mr. Grape di Lasse Hallström, Divorzio all’italiana di Pietro Germi, Oltre il giardino di Hal Ashby, Viale del tramonto di Billy Wilder: “Ho visto ognuno di questi film più di tre volte, scoprendo sempre dettagli che mi erano sfuggiti. Potrebbe sembrare strano che tra queste scelte ci sia solo una commedia brillante, ma in prima battuta cerco sempre di scegliere film di contenuti ‘forti’, che mi propongano suggestioni intime, amare, poetiche o malinconiche. Un film che mi lasci o una carezza o un pugno allo stomaco o una riflessione. In un film cerco insomma la poesia”.