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Il grande assente è Nanni Moretti. Alla conferenza stampa ci sono solo le attrici donne di Tre piani: Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Elena Lietti e Denise Tantucci.
Presentato in concorso allo scorso festival di Cannes, il film è tratto dal romanzo dell’israeliano Eshkol Nevo (Neri Pozza Editori) e sarà in sala da oggi (23 settembre) distribuito da 01 distribution.
Perché questa assenza? “Chiedetelo a lui. Anche noi lo vorremmo sapere”, risponde secca Margherita Buy. Insomma, perché non c’è Nanni, non è dato sapersi. Diciamo che un po’ come la recitazione da lui richiesta (“per sottrazione”) anche lui si è sottratto e a parlare sono solo le attrici del suo film. E forse non è neanche un caso visto che nella storia contano soprattutto i personaggi femminili, sicuramente più inclini al cambiamento rispetto agli uomini (Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Alessandro Sperduti, Paolo Graziosi, Stefano Dionisi, Tommaso Ragno e lo stesso Nanni Moretti).
“Sono tutte donne imprigionate che poi hanno una grande evoluzione- racconta la Buy-. Al contrario gli uomini rimangono congelati nelle loro idee, solo il personaggio di Giannini alla fine è in qualche modo costretto a cambiare”. E Alba Rohrwacher: “Questo è un film che sta dalla parte delle donne. I personaggi maschili rimangono cristallizzati, mentre quelli femminili si aprono al mondo. Non è assolutamente un film misogino, anzi è molto duro verso gli uomini”.
Tre Piani di Nanni Moretti - cr. Sacher Film/ FandangoNel libro la storia è ambientata a Tel Aviv in una tranquilla palazzina borghese di tre piani, Moretti (che ha scritto la sceneggiatura del film insieme a Federica Pontremoli e Valia Santella) sposta tutto nella sua città: Roma. “Ho amato molto il romanzo di Eshkol Nevo- dice Alba Rohrwacher-. Nanni ha saputo trasferire la storia da Tel Aviv a Roma mantenendo il cuore e l’emozione primaria di quel libro, bello e potente, e diventando altro”. Ed Elena Lietti: “Nel libro il mio personaggio è sempre raccontato attraverso il marito. La Sara di Nanni è completamente diversa rispetto a quella del romanzo con cui mi sono confrontata”. Infine la Buy: “Nanni per la prima volta ha girato un film partendo da un romanzo e lo ha fatto nel massimo rispetto dell’autore”.
Si emancipa dunque dal libro da cui parte. Allora di cosa parlano questi Tre piani? “Ci dicono che bisogna perdonare le nostre sventure. La fragilità e le ossessioni umane sono tutte racchiuse in questo piccolo condominio”, risponde la Buy.
E Alba Rohrwacher: “Che è difficile e faticoso reggere le scelte degli altri”. E poi sulla recitazione spiega: “Nanni, insieme a noi, ha creato l’autenticità dei nostri personaggi. È stato un lavoro difficile, sofisticato e profondo perché non è qualcosa di immediato”. Ed Elena Lietti: “C’è stata una sintesi e una semplificazione massima nella recitazione. Abbiamo tolto qualsiasi artificio nei personaggi”.
Alba Rohrwacher in Tre piani - cr. Fandango/Sacher FilmInfine Denise Tantucci: “Ha lavorato per sottrazione, togliendo cose più visibili al pubblico. Molti lo hanno trovato poco empatico, ma l’empatia sta negli occhi di chi guarda. Una forma complessa e difficile che però non toglie l’emozione che ci sta sotto”.
Prodotto da Sacher Film e Fandango con Rai Cinema, dopo essere rimasto congelato per un anno e mezzo (causa Covid), finalmente lo potremo vedere al cinema.