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Si rinnova a Procida l’appuntamento con Artethica Cinefest. Il luogo più suggestivo dell’isola, l’ex-carcere di massima sicurezza a Terra Murata, dal 4 al 6 novembre prossimi ospiterà tre giorni di proiezioni dal tramonto all’alba, più di dieci tra film e documentari, istallazioni artistiche e percorsi videosonorizzati attori, registi, produttori.
Il grande complesso carcerario a picco sul mare, che include un cinquecentesco Palazzo d’Avalos, residenza reale borbonica prima che istituto di pena, verrà “riaccesso dalle luci del cinema, per la seconda volta, dopo decenni di buio ed abbandono. Nel punto più alto dell’isola di Procida, un luogo di isolamento, di dolore e punizione sarà inondato di bellezza, di arte e di gente” afferma Libero De Rienzo, l’attore e regista ideatore dell’evento.
Artethica è un progetto che nasce dall’esigenza di stimolare il confronto e il dibattito attorno all’arte, in particolare a quella cinematografica, ed insieme di riappropriarsi collettivamente degli spazi e delle possibilità di espressione e libera fruizione. Nella più piccole delle isole del Golfo di Napoli, la spinta è a costruire ponti e scambi culturali con la realtà artistica nazionale e internazionale, ed insieme a rivendicare un momento di
condivisione, di dibattito, pubblico e aperto.
Oltre agli ambienti del Palazzo, fino alla fine degli anni ‘80 celle comuni di reclusione e già per la prima edizione del progetto sale di proiezione, quest’anno il Cinfest inaugurerà l’accesso al grande tenimento agricolo interno alla struttura. Un percorso di circa 400 metri, insolito “red carpet”, sarà per l’occasione spettacolarizzato: grazie alla maestria, oltre che di De Rienzo, di Leo Carbotta, entusiasta sostenitore di Artethica, luci suoni e
videoproiezioni, accompagnando l’ingresso dei visitatori, metteranno in risalto le caratteristiche e le contraddizioni già intrinseche nel luogo. “È stupefacente il contrasto, entrando nel ex-carcere, tra quel che resta del periodo di attività della struttura e che testimonia le condizioni di privazioni e di sofferenza e la bellezza di ciò che si vede dalle grate delle celle e dagli angoli esterni del complesso. Il mare calmo e azzurro che bagna le coste di Miseno, di Pozzuoli, di Napoli e che poi si perde all’orizzonte, non può per chi è rinchiuso che esasperare il desiderio di libertà. Vogliamo portare in alto questa contraddizione e questa tensione per restituire al pubblico tutta la consapevolezza di cui necessita”.
A partire dalle ore 20,00 di Venerdi 4 Novembre, per tre sere consecutive dunque, un luogo singolare come un carcere dismesso a strapiombo sull’acqua si trasformerà insieme in festa, in cinema e in scenografia naturale. Sul terreno del contrasto tra privazione e libertà anche la selezione delle pellicole: da Fiore di Claudio Giovannesi a Pericle il Nero di Stefano Mordini; da Man on wire di James Marsh a Welcome di Lioret all’inedito Abril di Fabio Gargano; da Non essere cattivo di Caligari ad Alaska di Cupellini. “In questo momento forse più che mai, è necessario guardare in faccia le esperienze di prigionia, di privazione, in tutte le loro forme: economiche, culturali, fisiche, mentali. Se ogni libertà ha la sua privazione, per ogni privazione, abbiamo bisogno di comprendere e pensare una nuova libertà e un nuovo modo di liberazione. Alcuni dei film selezionati per la rassegna, per la maggior parte produzioni o co-produzioni italiane degli ultimi due anni, si legano a questi temi affrontandoli esplicitamente, raccontandoli, ma anche implicitamente, con finali aperti, con racconti interrotti, con aperture di possibili. Il dialogo tra loro inoltre non segna un’unica strada interpretativa quanto piuttosto apre a percorsi individuali plurali e del tipo ‘fuga e cattura’. In questo posto poi parlare di privazione e libertà ha un suono ancora più particolare e rende il tutto estremamente significativo” chiosa uno degli organizzatori dell’evento.
Ad introdurre alle visioni e discutere su questi temi, tra gli altri, in sala Riccardo Scamarcio, David Grieco, Claudio Giovannesi, Elio Germano, Alessandro Borghi e Marco D’Amore, presentati e mediati da Federico Pontiggia, critico, affascinato dal progetto Artethica dopo la sua prima presenza come giornalista.