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“La mia risposta all’action movie di Hollywood”. Parola del maestro polacco Jerzy Skolimowski, che porta in Concorso a Venezia 72 11 Minutes, action-thriller, ed esercizio di stile, che prenota un posto in palmares.
Dopo i premi, Leone d’Argento e migliore attore, ricevuti al Lido da Essential Killing nel 2010, Skolimowski porta sullo schermo un marito geloso, la sua novella sposa attrice, un regista hollywoodiano, delle suore affamate, uno spacciatore e altri personaggi metropolitani che a Varsavia sperimentano una concatenazione di eventi che in soli 11 minuti, dalle 17.00 alle 17.11, cambieranno per sempre le loro vite.
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“Metto un po’ di intelligenza in qualche cosa che avviene molto rapidamente e con un tocco di violenza”, dice Skolimowski, precisando che “lo stile si sviluppa sul set, mi son divertito a fare questo film con un grande gruppo di persone: il momento più doloroso è stato la redazione della sceneggiatura”. E Jerzy spiega perché: “Quando ho cominciato a scrivere la sceneggiatura, avevo in mente solo questo finale, poi sono risalito a ritroso nella trama, cercando personaggi e situazioni che portassero in quel posto quelle persone per il finale”.
Sulle intenzioni di 11 Minutes, il regista è cristallino: “Voglio mostrare la realtà, anche quei momenti che abitualmente vengono lasciati sul pavimento della sala montaggio. Voglio seguire i personaggi in tempo reale, voglio la verità in 24 fotogrammi al secondo”.
Girato a Varsavia, perché “ci abito, era la scelta più comoda, ma la storia è universale, potrebbe essere ambientata altrove e in qualunque periodo”, con 8 milioni di euro di budget, 11 Minutes vuol essere “un avvertimento, perché tutto può succedere nei prossimi secondi: la vita è un tale tesoro che capiamo solo quando lo perdiamo. Questo è il messaggio del film, usiamo la vita nel modo migliore possibile finché siamo vivi”.