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Ha esordito giovanissima come attrice nei film di Gabriele Muccino (Come te nessuno mai, L’ultimo bacio); ha poi recitato diversi altri ruoli nel cinema e nella televisione e ha scritto varie sceneggiature (l’ultima è Marilyn ha gli occhi neri di Simone Godano), ora Giulia Louise Steigerwalt dirige la sua opera prima: Settembre.
Nelle sale dal 5 maggio distribuita in 250 copie da 01 distribution, il film è una commedia delicata e corale che parla di emozioni e sentimenti con Barbara Ronchi, Thony, Andrea Sartoretti, Fabrizio Bentivoglio, Tesa Litvan, Margherita Rebeggiani e Luca Nozzoli.
“Volevo raccontare l’emotività e i piccoli drammi percepiti dalle persone, senza sminuire i veri drammi- dice Giulia Louise Steigerwalt -. E poi mi piaceva raccontare la solitudine esistenziale dei diversi personaggi: uno stato d’animo che può diventare una barriera enorme nella vita”.
Accade un giorno di Settembre che tre personaggi si accorgono che la vita in cui si ritrovano non è quella che sognavano. Che la felicità è ancora lontana, ma forse è ancora possibile.
Per cui Sergio (Nozzoli) si offre di aiutare Maria (Rebeggiani) a prepararsi al suo primo appuntamento “romantico”; Francesca (Ronchi), la madre di Sergio, dopo il risultato di una visita medica delicata, si avvicina sempre più alla sua amica Debora (Thony) allontanandosi da suo marito (Sartoretti) e Guglielmo (Bentivoglio), il medico di Francesca, inizia a frequentare sempre più assiduamente Ana (Tesa Litvan), una giovane prostituta.
Tutti si risvegliano dal torpore e con uno scossone cercano di dare un’altra direzione alla propria vita.
“Ho iniziato a pensare alla regia mentre scrivevo. Lavorare come attrice prima e come sceneggiatrice mi è servito per arrivare a dirigere questo film. Il mix tra dramma e commedia è il mio genere preferito perché in questo modo l’emotività arriva ancora di più. Volevo raccontare qualcosa di importante, di emotivo, e urgente con un buon senso dell’umorismo e offrire una nuova prospettiva al pubblico”, spiega Giulia Louise Steigerwalt, che prima di imbarcarsi alla regia di questo film aveva fatto un corto sulla storia di Sergio e Maria.
Fabrizio Bentivoglio e Barbara Ronchi © Francesca FagoA proposito di “solitudine esistenziale” Barbara Ronchi dice: “Puoi essere dentro una famiglia e sentirti comunque solo e non avere le parole per dire quel che provi. In questo film circola la gentilezza e come un effetto domino che dà vita a un girotondo umano. Abbiamo bisogno degli altri per uscire fuori e per cambiare. Di piccoli gesti che possono venire da un estraneo o da una persona che ti guarda in un determinato modo e ti fa innamorare”.
E Fabrizio Bentivoglio: “Per gli uomini è più facile stare da soli, le donne hanno più difficoltà. La solitudine è un bene prezioso e non bisogna abusarne. I personaggi maschili sono stati raccontati con grande equilibrio e comprensione. Noto nei miei simili una cosa del genere, una sorta di impreparazione all’invecchiamento, come se la nostra generazione non avesse previsto di invecchiare”.
Il film è prodotto da Rai Cinema e da Matteo Rovere per Lynn, la neonata divisione di Groenlandia dedicata alla produzione di progetti esclusivamente diretti da donne, sia giovani autrici che registe più affermate. “Lynn non vuole costruire un cinema settorializzato, ma dare maggiore spazio alle registe che ancora rappresentano una piccola percentuale. Non ci focalizziamo su tematiche femminili, ma sull’idea di lavorare con registe donne perché, da produttore e da regista, sento che c’è un racconto non comune e un cinema che manca in termini di drammaturgia e di approccio. Settembre è un film che tocca delle corde personali”, dice Matteo Rovere.
E Paolo Del Brocco (Rai Cinema): “È un film che nasce da una sceneggiatura solidissima. Siamo entusiasti di avere accompagnato un altro giovane talento. È un cinema di sentimento, che racconta la vita senza annoiare”.