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Pluripremiato agli EFA, vincitore del Premio Fipresci al Festival di Cannes e definito uno dei film più sorprendenti dell’anno, il dramma a tinte comiche della tedesca Maren Ade, sua anche la sceneggiatura, Vi presento Toni Erdmann sarà nelle sale italiane dal 23 febbraio distribuito da Cinema.
“È un film contrassegnato da umorismo e imbarazzo. Soprattutto l’umorismo è insito nella figura di Toni, il padre di Ines che, a distanza di molti anni, cerca di ricongiungersi con la sua unica figlia, che vive e lavora in Romania. Reputo il mio un film drammatico, tanto che a volte non comprendevo perché il pubblico guardandolo ridesse su temi così profondi”, ha dichiarato la regista nel corso dell’incontro svoltosi presso la Casa del Cinema a Roma e moderato dal critico Federico Pontiggia, aggiungendo: “Confido molto in ciò che può maturare nell’animo di una persona sulla base di diverse suggestioni; trovo interessante ciò che nei rapporti umani rimane non detto, e credo che tutto ciò dia come risultato l’imbarazzo, ulteriore elemento di fondo presente nel mio film”.
162’ di dramma misto a comicità, riflessioni sul mondo del lavoro e sulle relazioni economiche internazionali, che hanno comportato, nelle parole della regista, in fase di post-produzione “una mancanza di tempo materiale per riflettere su quale potesse esssere la risposta del pubblico. A pochi giorni dall’inizio del Festival di Cannes, io ero ancora immersa in fase di post-produzione mentre dalla kermesse ricevevo pressioni affinché il film fosse pronto per la manifestazione. Non ero consapevole di aver rotto il tabù di Cannes con la mia ‘commedia’, ma sono stata felicissima dei risultati ottenuti”.
Avendo, oltre che diretto, scritto il film, in merito ad eventuali citazioni autobiografiche Maren Ade dichiara: “Coltivavo da tempo la voglia di realizzare un film sulla famiglia, raccontando di due persone che in realtà si conoscono da sempre ma ad un certo punto delle loro rispettive vite decidono di reincontrarsi. Pur rispecchiandomi più nel personaggio di Ines ed essendo mio padre un burlone dedito allo scherzo, non quanto Toni, non era mia intenzione realizzare un lavoro autobiografico”.