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Un giornalista è al centro di Nomi e cognomi, opera prima di Sebastiano Rizzo, interpretato tra gli altri da Enrico Lo Verso e Maria Grazia Cucinotta. Domenico Riva, stimato professionista della carta stampata, da Milano rientra con la famiglia in un piccolo paese del Sud Italia, sua terra d’origine. Alla direzione del quotidiano locale, prova ad attivare un progressivo risveglio della coscienza civile del luogo, dove negli anni si è pericolosamente sedimentata una assuefazione alla presenza del malaffare. Alla giovane redazione che lo affianca. Riva prova a trasmettere la necessità di un impegno al servizio della verità…
Sebastiano Rizzo ha cominciato la carriera nel 1999 come attore di teatro, gira un corto nel 2012 e alcuni videoclip; quindi è nel cast di molte fiction televisive. “La prima idea – spiega il regista – era quella di incentrare il copione sulla tragica vicenda di Giuseppe Fava, poi con la coautrice Camilla Cuparo, si è pensato di staccarci dalla ‘personalizzazione’ e di rendere la storia più attuale e universale. È passato un anno per la prima stesura, abbiamo avuto a disposizione quattro settimane per le riprese, abbiamo girato tutto in Puglia; ho alla fine operato un taglio forte perché il montaggio iniziale durava 140’. Il tono è più amalgamato e risalta meglio la gamma di valori che la storia vuole indicare”.
Maria Grazia Cucinotta è Anna, moglie di Riva: “Ben presto portata ad una scelta difficile, seguire il marito sulla strada della denuncia a viso aperto, o la salvaguardia di sé e delle due figlie adolescenti. A un certo punto Anna va via di casa: non per paura ma per favorire una maggiore presa di coscienza del marito nelle figlie”, dice l’attrice.
Enrico Lo Verso è Domenico Riva: “Ho saputo che Rizzo aveva girato tempo prima un corto su Pippo Fava, e proprio un testo di Fava è stato il mio primo interpretato a teatro all’inizio della mia carriera. Film come questo vanno considerati una restituzione a coloro che hanno dato la vita per il bene comune. Sono argomenti di cui bisogna parlare, e quelli sono morti ‘che devono fare più rumore da defunti che da vivi (come dice Riva, ndr). Sono storie che possiamo conoscere più o meno bene. Ma fare l’attore vuol dire restare sempre in sintonia col mondo che ci circonda”, conclude Lo Verso.
Sottolineato il grande lavoro svolto per farsi largo dentro una distribuzione di solito ostile verso gli indipendenti, il film uscirà il 14 maggio in 50 copie con copertura per tutte le città capozona.