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“Scarti, code, cose inedite e mai montate”. Da questo materiale è nato il bel documentario di Silvia Giulietti su Federico Fellini, dal titolo Fellinopolis, presentato alla scorsa Festa del cinema di Roma e ora finalmente in sala dal 10 giugno distribuito da Officine Ubu.
“Il processo è stato lungo- racconta la regista-. Già dal 2007 con questo materiale volevamo fare un film su Fellini, ma forse all’epoca non avevo ancora raggiunto la maturità artistica. Poi si avvicinava il centenario e con Ferruccio Castronuovo, che ha avuto il privilegio unico di poter girare gli Special- Backstage, all’epoca utilizzati per il lancio dei film, abbiamo iniziato a lavorarci”.
Tantissimo e soprattutto preziosissimo il materiale: dalle immagini di backstage alle interviste ai più stretti collaboratori di Fellini, come Dante Ferretti, Nicola Piovani, Lina Wertmüller, Maurizio Millenotti e Norma Giacchero.
E poi gli Special (“conservati benissimo da Ferruccio Castronuovo”) sui set di Casanova, La città delle donne, E la nave va e Ginger e Fred.
“Purtroppo il backstage di Casanova non c’è - precisa la regista-. Ho usato più o meno il 30% dei rimanenti tre film. Casanova purtroppo no perché pare che sia andato perso in un incendio dentro la Paramount. Ho anche usato delle breve animazioni nel film”.
Alle spalle Silvia Giulietti ha una grandissima e lunghissima esperienza nel cinema. Da adolescente, frequentatrice dei set di Federico Fellini, Mauro Bolognini, Ettore Scola dove ha lavorato come assistente e fotografa di scena, negli anni ottanta entra a far parte del gruppo degli operatori del direttore della fotografia Armando Nannuzzi, diventando una delle prime donne operatrici alla macchina da presa. In seguito gira diversi documentari, tra cui Gli angeli nascosti di Luchino Visconti (2007), nel quale intervista i più stretti collaboratori del Maestro, e La Morte Legale (2018), doc che racconta la realizzazione del film Sacco e Vanzetti con la partecipazione di Giuliano Montaldo.
“Ho fatto tanti doc sul cinema- racconta la regista-. A Cinecittà ci sono cresciuta e la prima volta che misi piede su un set è stato per La città delle donne. Devo dire che mi sono sentita sempre a mio agio a stare accanto ai mostri sacri. Su Fellini avevo qualche remora perché mi sembrava quasi lesa maestà parlare di lui. Ma con quel materiale inedito mi sono sentita di rischiare. Racconto ciò che ho provato per quarant’anni dietro la macchina da presa”.
Alla conferenza stampa di presentazione del film era presente anche Liana Orfei: “Lui amava tantissimo il mondo del circo. Con lui ho fatto ben cinquantaquattro film. Fece di me una star. Con noi ha realizzato il suo sogno perché è entrato a far parte di una famiglia circense che era quello che aveva sempre desiderato. Assisteva alle prove degli animali e degli artisti. Viveva con noi e a Natale, insieme a sua moglie Giulietta, ci veniva a fare gli auguri. Lui la proteggeva sempre, la trattava come una bambina. Ci ha regalato tanto affetto e stima a noi circensi che siamo persone semplici e genuine”.
Infine conclude Silvia Giulietti: “Nessuno mi ha finanziato per fare questo film, quindi ringrazio tutti i miei collaboratori che mi hanno permesso di tirare fuori tutto questo materiale. Ogni volta che vedo questo film mi commuovo. Con la scomparsa di Fellini il mondo del cinema ha perso un faro”.