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“Il cratere è questo spazio tra Caserta e Napoli. Abbiamo cercato attori non professionisti, ma soprattutto un vero padre e una vera figlia”. A parlare è Luca Bellino che insieme a Silvia Luzi ha diretto e prodotto il film Il cratere interpretato da Rosario Caroccia e Sharon Caroccia e in uscita nelle nostre sale il 12 aprile distribuito da La Sarraz. Presentato la scorsa stagione alla settimana della critica di Venezia e vincitore del Tokyo International Film Festival, il film racconta la storia di Rosario, un ambulante che regala peluche a chi pesca un numero vincente, e di sua figlia Sharon, una tredicenne che è bella e sa cantare. Lei si esibisce davanti ai clienti della bancarella del padre nello stile neomelodico napoletano. Ma Rosario vuole di più e nella sua ambizione vincolata al talento della figlia si trasforma in un padre padrone.
“I casting per il film sono durati tanti mesi poi per caso abbiamo incontrato Sharon che cantava davanti a una bancarella a Pompei. Di conseguenza abbiamo avuto la grande rivelazione di Rosario che avrebbe incarnato perfettamente il padre a cui avevamo pensato”, dice Luca Bellino che ha anche scritto la sceneggiatura del film sempre insieme a Silvia Luzi. “E' stato un lungo lavoro di sottrazione- racconta lei- Sharon è una ragazzina vulcanica, mentre il nostro personaggio è molto più cupo. Con Rosario invece abbiamo fatto l'opposto: abbiamo tirato fuori quella rabbia che non è manifesta nella vita reale. E' un padre che individua nella voce della figlia l'arma per il suo sogno”.
E sul sogno di Rosario riversato sulla figlia: “Lui cerca una realizzazione personale. Vuole un riscatto più che il successo. E' un padre che vuole emergere dal cratere. Abbiamo pensato agli atleti, ai nuotatori e ai pianisti. La prima persona che ci è venuta in mente è stata Federica Pellegrini che ebbe un attacco di panico perché non riusciva a tuffarsi. Anche se a differenza di Sharon lei fa parte di un mondo borghese”. “La chiave del film è che questo padre perde la figlia perché la trasforma in un'immagine. La sovrabbondanza che subiamo porta a non vedere più”, dice Bellino che ha girato questo film usando prevalentemente primissimi piani e utilizzando il suono in presa diretta. Al centro de Il cratere anche Napoli: “Non quella di Pane, amore e fantasia, nè quella raccontata attraverso i due soliti eccessi: il sole da una parte e la camorra dall'altra. Ma la metropoli che ti permette di calare in un tessuto sociale dei racconti universali”, spiega il regista.
Sono emozionati Sharon e Rosario per la prima volta seduti davanti a una platea di giornalisti. “Non avevo mai recitato, ma avevo cantato e mi auguro di continuare con la recitazione”, dice Sharon e Rosario, che continua a lavorare come ha sempre fatto perché ha una famiglia numerosa, aggiunge: “Pure se è un film poverello come l'avete visto spero che l'abbiamo fatto bene. “Io e Luca siamo certi che qualcuno avrà gli occhi per guardarli e far sbocciare questi talenti”, commenta Silvia Luzi che poi ricorda il memorabile sbarco dei Caroccia in Giappone e quando Sharon prima della proiezione ha urlato: “Arigato Tokyo”. Infine cita il più bel complimento ricevuto su Il cratere da Tommy Lee Jones proprio in occasione del conferimento del Jury Special Prize al festival di Tokyo: “Mi avete fatto piangere con due attori in una stanza”.