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(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Cerco sempre di fare qualcosa di diverso e di fresco. Il film mi ha dato l’occasione di riprendere il tipo di storia epica che amo, ma arricchita dai temi del coraggio, dell’inganno e della difesa di una causa che fanno presa sul pubblico di oggi". Ridley Scott spiega così perché ha fortemente voluto dirigere 'The Last Duel', presentato fuori concorso alla 78esima mostra del cinema di Venezia. Ambientato nel XIV secolo, durante la guerra dei cent’anni, il film, tratto dall'omonimo romanzo di Eric Jager, racconta una storia vera: quella dell’ultimo “duello di Dio” combattuto in Francia sotto il regno di Carlo VI.
"La prima volta che ho sentito parlare dell’ultimo duello legalmente autorizzato disputato nella Francia medievale, ho capito subito che se ne sarebbe potuto ricavare un film potente. E quando ho saputo che Matt Damon, Ben Affleck, e Nicole Holofcener stavano scrivendo la sceneggiatura, non ho avuto dubbi sul fatto che sarei stato io a dirigerlo", ha raccontato Scott.
Il duello del titolo viene disputato tra Jean de Carrouges (Matt Damon) e Jacques Le Gris (Adam Driver), due amici diventati acerrimi rivali. Perché la moglie di Carrouges, Marguerite (Jodie Comer), viene brutalmente aggredita da Le Gris, ma questi respinge l’accusa. Tuttavia la donna rifiuta di stare zitta e si fa avanti per accusare il suo aggressore: un atto di coraggio e di sfida che mette a repentaglio la sua vita. Ne segue un estenuante duello all'ultimo sangue che mette il destino dei tre nelle mani di Dio. "Il film è la storia di un’amicizia e di un’unione coniugale distrutti a causa di un atto particolarmente crudele e disonorevole, ma è anche la storia del coraggio di una donna che fa sentire la propria voce. È un’opera che fa riflettere, e ne sono particolarmente orgoglioso", sottolinea il regista.
"La donna a quei tempi era considerata come una proprietà, non come un essere umano: erano proprietà dei padri prima e dei mariti poi. E venivano regolarmente abusate. Ma la cosa straordinaria è che la nostra protagonista si sia ribellata", sottolinea Matt Damon.
Nei panni del Conte Pierre d’Alençon, che si schiera con Le Gris, c'è Ben Affleck: "Mi considero femminista. Questa una storia sicuramente moderna che crea empatia e suscita negli spettatori compassione. È una storia che non è solo un’accusa per un cattivo ma una riflessione sulle radici culturali di certi comportamenti. Per secoli le donne sono state considerate proprietà degli uomini", dice l'attore, attesissimo sulla passerella del film con Jennifer Lopez. "Tante donne guarderanno il film. Abbiamo cercato di raccontare una storia vera e autentica", sottolinea Jodie Comer, mentre Affleck ne tesse gli elogi: "Alla fine del film si capisce che non c’è una sola verità. Il ruolo di Jodie richiedeva intelligenza e sensibilità. La sfida era salire e cadere. E lei ha questa straordinaria capacità, è riuscita a cucire insieme i diversi aspetti di questo personaggio".
Quanto alla ricostruzione storica, Scott ammette di aver dovuto cambiare molto nel duello, "perché quello che era accaduto davvero era molto poco cinematografico: all'epoca avevano degli elmi, per cui era anche difficile capire chi fosse chi", aggiunge il regista, confessando la prossima sfida: "Non ho mai fatto western per esempio e mi piacerebbe farne uno adesso".