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“Al centro della storia due ragazzi, ma non solo loro: c’è uno scambio costante di adolescenza e maturità tra due generazioni, un modo diverso di affrontare la vita, dove l’assunzione di responsabilità non necessariamente va di pari passo con l’età anagrafica”. Così il regista Andrea Molaioli presenta Slam – Tutto per una ragazza, fuori concorso al 34° Torino Film Festival.
Prodotto da Indigo con Rai Cinema, distribuito da Universal il 23 marzo 2017, è tratto dal romanzo omonimo di Nick Hornby (Guanda) – “Nick è stato molto disponibile, ma insieme ci ha lasciato liberi di lavorare” – e inquadra Samuele (Ludovico Tersigni), 16 anni, una madre 32enne (Jasmine Trinca) e un padre (Luca Marinelli) separati, una grande passione per lo skateboard – il suo eroe è Tony Hawk, il più grande skater di tutti i tempi – e un figlio che aspetta dalla coetanea Alice (Barbara Ramella)…
“Abbiamo passato molto tempo alla ricerca di adolescenti, facendo tanti provini. Jasmine è stata da subito un punto fermo, con il suo talento e la sua ricchissima testa: l’ho utilizzata nella selezione dei ragazzi, quale consigliera”, dice Molaioli (La ragazza del lago, Il gioiellino), e precisa: “Quando ho trovato Ludovico e Barbara è stato un colpo di fulmine: avevano entrambi capacità attoriali e molta sostanza umana dentro cui poter lavorare”.
Se trasferire le vicende raccontate da Hornby da Londra a Roma, e non in un’altra città italiana, è stata “una scelta più emotiva che necessaria, io sono stato adolescente a Roma”, Molaioli sconfessa simmetrie e analogie con Piuma di Roan Johnson, che tratta un’altra gravidanza di due giovanissimi: “I due film hanno qualche comunanza, ma sono estremamente distanti per declinazioni e modalità di sviluppo della storia. Una coincidenza, ma andrei oltre”.
Il coinvolgimento della scena romana degli skaters – nella Capitale ci sono due skate park, uno comunale e pubblico a Cinecittà, un altro privato a viale Kant – “non è stato il saccheggio di un mondo, che poi lascia macerie”, mentre il focus è stato “raccontare non un’adolescenza traviata, fatta di difficoltà sociale, droga e delinquenza: mi piaceva pensare – spiega Molaioli – all’adolescenza in quanto tale, fatta di entusiasmo per il futuro e angoscia per il futuro. La lettura del romanzo mi ha aperto il canale giusto per poterlo fare, soprattutto nel tono: temi importanti trovano soluzione in chiave godibile, leggera e divertente, senza essere banalizzati”. E, continua il regista, “questi adolescenti cercano di prendersi in mano il loro presente e il loro futuro, al di là dell’apatia in cui noi adulti li releghiamo”.
Mentre la Trinca sottolinea come “i genitori non devono essere giudicanti, ma indicanti, facendo conoscere ai propri figli quegli aspetti di fragilità che ci portiamo dentro, trasmettendo un’idea di umanità e fallibilità”, Tersigni conclude: “Bisogna prendere precauzioni, ma al liceo accanto a un’ora di educazione sessuale ne servirebbe un’altra di educazione genitoriale”.