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Inserito nel cartellone della 71ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Sezione autonoma ”Giornate degli Autori – Venice Days”, Patria di Felice Farina è stato presentato questa mattina alla stampa alla Casa del Cinema, in vista della prossima uscita nelle sale cinematografiche. Il film è costruito sull’alternanza tra un nucleo narrativo centrale di finzione e l’inserimento di materiali di archivio. Nell’incrocio tra ieri e oggi si muovono tre personaggi principali, interpretati da Francesco Pannofino, Roberto Citran, Carlo Giuseppe Gabardini. Il punto di partenza è il romanzo omonimo scritto da Enrico Deaglio.
Proprio Pannofino ha aperto l’incontro, dando lettura di un breve saluto indirizzato ai presenti da Deaglio. Nel dirsi molto contento del lavoro svolto (“Mi piacciono sceneggiatura e dialoghi; trovo che il montaggio aiuti a superare la barriera tra finzione e realtà”), Deaglio si è detto pessimista riguardo al futuro dell’Italia (“Un Paese eternamente disperato”). Quasi proseguendo la riflessione, Farina ha detto di avare incontrato il romanzo intorno al 2007-2008. “Ho avuto bisogno di qualche tempo per trovare la giusta convinzione e affrontare una sfida che si proponeva come folle e un po’ presuntuosa”. Salvo (Pannofino), Giorgio (Citran), Luca (Gabardini) sono tre operai che, con ruoli differenti, si trovano di fronte alla chiusura della fabbrica: licenziamento, perdita di lavoro e di identità. In uno slancio di ribellione, Salvo sale sulla torre della fabbrica e minaccia di buttarsi. Riprende Farina: “Il copione racconta di gente che sta nella Storia ma ne è inconsapevole. E’ in sintonia con il momento e con la sensazione che il paventato pensiero unico si stia allontanando. Nel finale gli operai si riprendono la fabbrica; simbolicamente si indica una possibile soluzione. Non bisogna essere pessimisti come Deaglio, anche se la questione morale nel Paese non è risolta”.
Assente Citran, Gabardini evidenzia che Luca svolge l’importante ruolo di chi porta una lucida follia e intanto aiuta a ricordare quello che è successo. Esmeralda Calabria, la montatrice, evidenzia che “nel lavoro di selezione dei materiali, si è voluto non raccontare dei fatti ma ricostruire l’idea di un clima onirico, di un sogno con risveglio. Una costruzione di taglio poetico”. Per chiudere Farina dice “di non temere la concorrenza con grossi blockbuster commerciali. Ogni periodo dell’anno ne ha almeno uno, e qui ci si muove su linee differenti”.
Distribuito da Luce Cinecittà, il film esce in sala il 26 febbraio con 20 copie iniziali.