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A vent’anni dalla sua opera seconda Come te nessuno mai, Gabriele Muccino si è raccontato davanti ad un pubblico di giovani nella masterclass organizzata da Alice nella città.
“In quel film c’era il mio punto di vista sul mondo. All’epoca il carburante era la nevrosi, ora invece mi concentro sul passaggio del tempo”, dice il regista romano, già alle prese con il suo prossimo film: Gli anni più belli (con Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Nicoletta Romanoff, Emma Marrone), in uscita a febbraio 2020.
Nel 1999 raccontò gli amori liceali e l’occupazione della scuola per manifestare contro il “sistema” con qualsiasi pretesto. Un film che vedeva protagonista suo fratello Silvio (per la prima volta come attore): “Non avevo mai pensato a lui. Era il cosceneggiatore del film. Insomma era previsto come scrittore, ma non come attore. Poi dando le battute era talmente bravo che mi convinse che era giusto che interpretasse lui il ruolo principale”.
Come te nessuno mai fu prodotto da Domenico Procacci della Fandango, che ha scoperto Gabriele Muccino e ne ha prodotto i primi cinque titoli italiani, dal debutto di Ecco fatto (1998, nato come film tv ma uscito al cinema) a Baciami ancora del 2010.
“Aveva l’aria del surfista e poco dell’autore sofferente e tormentato. Dimostrava un’ottima salute”, racconta il noto produttore, che è stato cercato all’inizio da Muccino con un progetto che capì meglio dopo aver visto il suo cortometraggio, che poi portò alla realizzazione del suo primo film: Ecco fatto. E poi sottolinea: “Gabriele Muccino ha resettato alcuni parametri del linguaggio cinematografico. Il montatore mi disse che avrebbe dovuto fare un lavoro difficilissimo perché erano tutti piani sequenza. Gli stessi attori recitavano tutti molto velocemente. Aveva uno stile al quale non eravamo preparati. Ha cambiato il cinema italiano in quel momento e l’originalità del suo sguardo è venuta fuori fin dall’inizio”. Viceversa Muccino su Procacci: “Mi sono messo sulle orme di Procacci perché lo ammiravo e vedevo sempre film molto belli che erano prodotti da lui. Il cinema in Italia era molto modesto e i suoi film, invece, avevano un punto di vista sulle cose e sul mondo davvero notevole. A quel punto ho pensato che lui era il produttore ideale e l’ho cercato e ricercato”.
Come te nessuno mai, film in parte autobiografico, è nato come “teen movie” e Muccino è partito da: ”un’osservazione antropologica del nuovo set di ragazzi che si affacciavano al mondo. A quindici anni hai l'assoluto in tasca, la convinzione di essere nel giusto e che la società degli adulti sia sbagliata. Hai la voglia e l'energia per cambiarla. Mi affascinava questa ciclica ribellione contro i padri, anche se le loro, come quelle della mia generazione, erano ribellioni piccole". A rivederla oggi, "quella generazione sembra paleolitica. E' un film in costume in cui i telefonini non esistono, ci si incontrava citofonando, il mondo era analogico. Da allora il cambio antropologico è stato enorme”.
Infine conclude: “Lo scultore, il musicista, il poeta e il romanziere esprimono ciò che sono attraverso l’arte. Io ho dato voce a un impulso molto chiaro e definito dentro di me. Il mio modo in cui approcciavo e approccio i film è sempre molto immediato”.