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Tutto secondo previsioni, ai 93esimi Oscar Nomadland vince miglior film, miglior regia e migliore attrice. Un verdetto così scontato da rivoluzionare la scaletta della Notte degli Oscar: la statuetta per la regia viene assegnata nemmeno a un terzo di cerimonia, quale settimo premio, quella del film precede i riconoscimenti agli attori protagonisti.
Tre Oscar su sei nomination, con un tot di record per la regista Chloé Zhao: è la prima donna di colore, la prima donna cinese, la seconda donna – dopo la Kathryn Bigelow di The Hurt Locker nel 2010 – a laurearsi Best Director.
Nomadland corona così il cursus honorum iniziato con il Leone d'oro alla 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel 2020: per la Laguna, dopo la parentesi Parasite a favore di Cannes l’anno scorso, la riconferma di essere trampolino privilegiato per l’award season hollywoodiana, sebbene in una stagione così idiosincratica causa pandemia.
Nomadland segna agli Academy Awards un triplete dopo il bis ai Golden Globes (film drammatico e regia). Frances McDormand incassa il suo terzo Oscar da protagonista, nonché quello da produttrice al pari della stessa Zhao.
Tratto dal saggio di Jessica Bruder, Nomadland è interpretato da attori professionisti, quali la protagonista McDormand e David Strathairn, e da non professionisti, ovvero i nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells.
Dopo Nomadland, il cui budget oscilla tra i quattro e sei milioni di dollari, la regista cinese porterà in sala Gli Eterni, l’atteso Marvel movie da duecento milioni di sola produzione. Trentotto anni, natali a Pechino, studi londinesi, apprendistato tra Los Angeles e New York, Nomadland è il suo terzo film: negli Usa è uscito il 19 febbraio 2021 in contemporanea nelle sale e sul servizio streaming Hulu, da noi arriverà sul grande schermo a maggio e il 30 aprile su Disney+ Star.
In una serata triste per il cinema italiano – a secco Pinocchio e Laura Pausini – con Nomadland possiamo consolarci un poco, giacché annovera le musiche di Ludovico Einaudi: “So di non fare bella figura a confessarlo, ma ho cercato su Google “musica classica ispirata alla natura”, e su YouTube – ha dichiarato Chloé Zhao alla Rivista del Cinematografo - mi è comparso il video di Elegy for the Arctic di Ludovico Einaudi, in cui il maestro suona il pianoforte su una piattaforma galleggiante fra i ghiacci del Polo Nord. Ho pensato che la sua musica funzionasse per il nostro film, e così è stato”.