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“Questi sono i personaggi che amo: persone deboli, anche un po’ cialtrone, però con buone motivazioni. Sono dei perdenti che, nonostante le proprie fragilità, in modo rocambolesco si prendono le loro rivincite”. Parola di Massimo Gaudioso, tra i migliori sceneggiatori del cinema italiano, che esordisce alla regia con Un paese quasi perfetto, prodotto da Cattleya con Rai Cinema, dal 24 marzo nelle nostre sale distribuito da 01 Distribution in oltre 250 schermi.
Massimo GaudiosoRemake del canadese La grande seduction scritto da Ken Scott e diretto da François Pouliot, è interpretato da Silvio Orlando, Fabio Volo, Carlo Buccirosso, Nando Paone e Miriam Leone e ambientato a Pietramezzana, un borgo sperduto nelle Dolomiti lucane, che rischia di scomparire: i pochi abitanti rimasti, per lo più ex minatori, vivono gli sgoccioli della cassa integrazione. Ma c’è chi non si scoraggia: Domenico (Orlando) non demorde e intravede nell’apertura di una fabbrica in loco la soluzione a tutti i problemi, ma la priorità è trovare un medico, senza cui non potrà insediarsi alcuna azienda. Quel medico potrebbe essere Gianluca Terragni (Volo), rampante chirurgo estetico milanese…
“Vorrei dire che mi sono ingrassato per fare come Robert De Niro in Toro scatenato, ma in realtà volevo solo togliere Fabio Volo dal personaggio, da Gianluca Terragni”, afferma l’attore, mentre Gaudioso non gli lesina complimenti: “La scelta di Volo l’ho condivisa con Cattleya: avevo già lavorato con lui per Uno su due di Eugenio Cappuccio, e Fabio è persona deliziosa, umile, disponibile”.
Sul tema, la crisi economica e la disoccupazione, di Un paese quasi perfetto, il neo-regista conclude: “Racconto una realtà drammatica e attuale, ovvero un posto dove se ne sono andati tutti e non c’è più lavoro, ma era appunto troppo comune e scontata per raccontarla con realismo: il mio registro è l’ironia, un finto candore travasato nei personaggi”.