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“I miei film sfuggono alle convenzioni, non sono facilmente catalogabili in un determinato genere. Amando le produzioni che non circolano con grande frequenza, Notre-Dame in fiamme è una storia vera costruita in forma di suspense. Vedendolo ci si deve interrogare se la cattedrale cadrà, se le opere verranno messe in salvo e al termine si dovranno provare sentimenti non frequenti, non abituali”.
Con alle spalle un David di Donatello per Il nome della rosa e due premi César con L'orso e La guerra del fuoco, il regista francese Jean-Jacques Annaud presenta il suo nuovo film che uscirà in sala dal 28 marzo.
Jean-Jacques AnnaudNotre-Dame in fiamme ricostruisce le 24 ore che precedono la mattina del 16 aprile 2019, quando l’incendio che ha sconvolto i cittadini di tutto il mondo e distrutto la Nostra Signora è stato dichiarato sotto controllo.
“La vicenda richiama un combattimento classico fra una persona amata, bella, rispettata e adorata da 850 anni contro un demone fascinoso e fotogenico. Potrebbe essere una tragedia di Eschilo nel quale vengono aggiunti altri temi, come quello dei soccorsi che devono giungere per salvare la grande star. Il meccanismo funziona: è come se il male attaccasse il simbolo universale del sacro” aggiunge. “Quando questo avvenimento drammatico è accaduto io ero in un luogo in cui non c’era la televisione. È stata la radio a raccontarmelo e il mio primo pensiero è stato: ‘è un evento talmente cinematografico che ci saranno milioni di registi che vorranno farci un film’. Soltanto un anno dopo, nel momento in cui volevo rendermi conto di quanto fosse inverosimile la realtà dei fatti, ho colto l’occasione. Il mio found footage è il risultato della nostra incredibilità rispetto a quello che può accadere”.
Tournage de Notre Dame de Paris brûle au studio à Bry-sur-Marne.Altrettanto rilievo viene dato al coraggio e alla sfida che i vigili del fuoco e i servizi di emergenza, avvisati con notevole ritardo, hanno dovuto fronteggiare per arrestare le fiamme, salvare i tesori di valore inestimabile presenti nella cattedrale ed evitare il peggio a tutta Parigi.
“Sono rimasto sconvolto dal mestiere del pompiere. Per girare il film ho voluto incontrare tutti coloro che erano presenti durante l’incendio. Si sono esposti sul loro lavoro utilizzano la parola vocazione - che per me è legata alla gente di chiesa -, ma per loro è unita al soccorso delle persone. Mi hanno dato la sensazione che quando tornano a casa, anche se non hanno guadagnato cifre enormi, sanno che hanno fatto del bene. Hanno percepito quanto io e la mia troupe abbiamo avuto rispetto per loro e per questo motivo sono stato nominato pompiere di prima classe d’onore nella brigata di Parigi, davanti al Ministro della Difesa”.
Una particolarità del film è quella di essere un insieme di ricostruzioni in studio integrate a materiali di repertorio. Jean-Jacques Annaud spiega: “Sono andato in varie cattedrali per ricorrere ad altre immagini che ho poi ricostruito con le dimensioni reali. Per una metà del film ho utilizzato alcune scenografie e sono ricorso a grandi specialisti di restauro dell’architettura medievale, tra cui figuravano tra gli altri falegnami e carpentieri. Sono risalito a tutte le informazioni e ho pubblicato un annuncio su Internet chiedendo ai passanti che avevano assistito al dramma, se mi potessero inviare delle immagini e dei video fatti sul momento con il loro cellullare. È stato come ricreare una specie di puzzle che ha funzionato solo quando tutti i pezzi hanno iniziato a coincidere fra loro”.
Conclude: “Quando si parla del salvataggio di Notre Dame molto spesso viene usata la parola miracolo anche da chi non ha la fede. Io personalmente sono molto sensibile a quella degli altri, non sono credente ma amo i luoghi di chiesa. I vigili del fuoco non hanno una fede di tipo religiosa ma hanno fiducia nell’altro, sono solidali e tutto questo è colmo di sacralità. Vi assicuro che non avrei mai accettato di fare questo film se la conclusione non fosse stata positiva. Se la cattedrale ritornerà mai come prima? Sono convinto che sarà restaurata meglio di quanto lo sarebbe stata se non ci fosse stato l’incendio. Ne aveva bisogno, era ormai in pessime condizioni”.