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I Freaks sono creature speciali. Lavorano nel circo e ricordano quelli del famoso cult movie diretto da Tod Browning nel 1932. Sono strani, ma sono profondamente umani. Sicuramente lo sono più dei nazisti dai quali sono circondati. Sono i “nuovi” Freaks Out, quelli del nuovo film di Gabriele Mainetti, scritto a quattro mani insieme a Nicola Guaglianone, e in concorso alla mostra del cinema di Venezia e dal 28 ottobre in sala distribuito da 01 distribution.
“Dopo Lo chiamavano Jeeg Robot io e Nicola Guaglianone ci siamo chiesti cosa potevamo raccontare e abbiamo deciso di fare un film ambientato nella seconda guerra mondiale, precisamente nel 1943- dice il regista-. Ci divertiva l’idea di accostare al Freak un elemento conflittuale come quello del nazista. Il titolo sicuramente è ispirato al capolavoro di Tod Browning, un film meraviglioso che non è stato accolto come doveva essere. Ma ho deciso di intitolarlo Freaks Out perché il termine in inglese significa impazzire e poi perché in questa storia i personaggi fanno parte di un circo che viene distrutto e si trovano a dover fare i conti con la realtà al di fuori e con le proprie insicurezze”.
E Nicola Guaglianone: “Gli sono brillati gli occhi a Gabriele quando gli ho proposto di raccontare quel periodo storico. Durante il nazismo gli uomini agivano come mostri, viceversa qui i mostri sono più umani degli uomini”.
Prodotto da Lucky Red (“Un film in costume che poi è diventato un kolossal, molto impegnativo, pieno di effetti speciali, ma ci ha subito convinto il soggetto. Siamo molto felici di essere arrivati qui a Venezia, anche dall’estero c’è grande aspettativa e attesa”, commenta il produttore Andrea Occhipinti) e Goon Films con Rai Cinema, il film vede protagonisti quattro “fenomeni da baraccone”, dall’uomo lupo alla calamita umana fino al ragazzo insetto e alla ragazza che ha paura del contatto con l’altro, che restano soli nella città occupata dai nazisti. Li interpretano: Claudio Santamaria, Giancarlo Martini, Pietro Castellitto e Aurora Giovinazzo. Nel cast anche Giorgio Tirabassi (il papà della ragazza) e Franz Rogowski (il nazista perfido).
“Ho letto la sceneggiatura di questo film e per la seconda volta, dopo Jeeg Robot, e mi sono emozionato moltissimo- racconta Claudio Santamaria-. Jeeg è lo scavo preliminare e questo è la diga di un cinema spettacolare che trova spazio in vicende che riguardano tutti. Questi Freaks sono un’armata brancaleone. Sono come dei bambini che ancora non sanno bene usare i propri poteri e poi diventano degli eroi straordinari aiutando gli altri”.
E Pietro Castellitto: “Questo è un film spettacolare e dietro questo spettacolo enorme e variopinto c’è una grande sceneggiatura e ci sono dei personaggi molto credibili: ognuno con un proprio orizzonte e un proprio passato”. E Aurora Giovinazzo, in un ruolo femminile cruciale e centrale, dice: “Interpreto Matilde, una ragazzina in mezzo a un gruppo di rozzi. Il mio è un personaggio tormentato con un passato travagliato. Fragile, dolce, ingenua, con gli occhi pieni d’amore verso il genere umano, si trova a diventare una guerriera inconsapevole”.
Sui suoi Freaks Gabriele Mainetti commenta: "Sono personaggi che si muovono in una pagina oscura della nostra storia durante la seconda guerra mondiale. Sono impauriti e vigliacchi, ma poi riescono a tirare fuori i loro super poteri rapportandosi con gli altri. Anche Matilde alla fine riesce a staccarsi dalla figura paterna e a diventare adulta. E viene fuori che, nella sua diversità, una donna libera può solo illuminare".
Infine sulle analogie tra questo film e il Covid conclude: "Ci sono tante analogie. Per esempio il coprifuoco, ma anche la nostra protagonista Matilde che ha paura e non permette a nessuno di toccarla. Esattamente come in questo periodo storico fatto di abbracci che tanto rincorriamo e che ci mancano tanto".