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Incontriamo María Aura tra una replica e l’altra del nuovo spettacolo a teatro di cui è tra i protagonisti: Hermanas, Carol Lopez alla regia e alla drammaturgia, arrivato in México e alla CDMX (Città del México) dopo il grande successo di Barcellona e Madrid. La raggiungiamo dopo la vittoria al Fantafestival (Roma) di quest’anno del film Testigo Íntimo (2015), alla regia l’argentino Santiago Fernández Calvete, nel cast una superstar in Argentina, Graciela Alfano. È nel cast del film, María Aura. Attrice di cinema, teatro, televisione, ha da 4 anni una rubrica all’interno della rivista Esquire (Latinoámerica), Hombre con Aura, che grazie alla direzione drammaturgica del marito Alonso Barrera (regista, drammaturgo, e anche attore) è diventato uno spettacolo di successo, Mujeres con Aura, colonna portante gli articoli da lei scritti in questi anni.
È una star in México, Maria Aura, ed è arrivata anche sullo stivale quando un film, che era preludio di grande futuro per molti, ha colpito allo stomaco e al cuore il pubblico del Bel Paese: era il 2001 e si trattava di Y tú Mamá también, alla regia Alfonso Cuarón, lei la giovane fidanzata dell’altrettanto giovane Gael García Bernal. Si trova adesso a interpretare la Mamma Imperfetta Chiara (in Italia Lucia Mascino, alla scrittura Ivan Cotroneo), nella versione messicana della serie, a caccia di finanziatori interessati a darle ulteriore vita, dopo il lancio di un episodio pilota. La Aura è figlia d’arte, di Alejandro Aura (saggista, poeta, drammaturgo messicano) e Carmen Boullosa (poeta, scrittrice, sceneggiatrice e drammaturga messicana). E a suo grande favore, ha quell’umiltà e quell’apertura all’incontro che a volte è difficile ritrovare in territorio nostrano, qui in México di una normalità commovente.
Ma lasciamo che sia direttamente lei a raccontarcelo, a partire da Testigo Íntimo.
È stato un film importante, mi ha permesso di lavorare con un regista meraviglioso, con un elenco incredibile di attori. Anche se la mia parte è breve, il processo di preparazione mi ha dato moltissimo: il regista ha voluto che fossi coinvolta molto nelle prove. Questo mi ha permesso di conoscere bene gli altri attori: il loro livello in Argentina è pazzesco, lavorano dando tutto.
Torniamo indietro nel tempo. Hai appena vent’anni, ed entri nel cast di Y tú Mamá también…
Lavorarci è stato un gran colpo di fortuna, ma di quella vera. Mi ha aiutato a iniziare la mia carriera. Alfonso Cuarón mi ha dato una grandissima mano! Ripenso a quello che è successo, la prima a New York, al Museo Guggenheim, a Los Angeles, presentarlo alla Biennale di Venezia: è stata un’esperienza fantastica. Ero molto giovane, e pensavo che sarebbe stato sempre così…Ma poi, all’improvviso ti rendi conto che non tutti i film hanno questo risultato, che non tutti i lavori sono “glamour”…è stato difficile, però è stato meraviglioso iniziare così.
E dopo…
Ho scoperto che recitare al cinema non era come a teatro. E sono nata recitando, crescendo tra un palco e l’altro. Sono andata a New York, a studiare alla Stella Adler Studio of Acting. Sono stata lì per due anni… Vivere in questa città, la gente che ho conosciuto, le opera di teatro che ho visto: indimenticabile. E tutto questo grazie all’appoggio dei miei genitori, che mi hanno aiutato. È grazie a loro che sono cresciuta in una casa dove si respirava arte ogni giorno.
La tua carriera televisiva?
Il successo è arrivato grazie a Los héroes del norte, un genere molto differente a Y tú Mamá también (ride, ndr), molto più vicino alla farsa, con un personaggio molto estroverso, folle: Margaret, una donna ungherese dalla “morale distratta”… La serie ha avuto un grande successo nazionale, arrivando anche negli Stati Uniti. Questo mi ha aperto molti canali, dandomi parecchia visibilità. La gente mi ricorda per Margareth, e Maribel di Niñas mal di Fernando Sariñana, e non solo…
Ora “torni” di nuovo in Italia…
Con la versione messicana di Una mamma imperfetta. Abbiamo girato l’episodio pilota, con un regista eccezionale, anche produttore: Bruno Musso (México, cardinalfilms.com.mx). Siamo alla ricerca di qualcuno che voglia comprare la serie, e mi dicono che ci sono già molti interessati… Ed è vero, quando senti che ci sono dei personaggi che “sono per te”: fin dal processo di casting, mi sono identificata molto, perché è una mamma poco tradizionale, come lo siamo la maggior parte delle mamme di questa generazione, e di altre… Non hai delle istruzioni d’uso per fare questo “mestiere”. Viviamo sempre con il cuore diviso tra casa, famiglia, professione. Si potranno identificare molto le madri e i padri di famiglia anche qui in México. Speriamo di essere presto in onda e di potertelo raccontare!
Com’è essere un’attrice in México?
Lavorare in televisione non è facile, hai un “duo polio”, TeleVisa e TeleAzteca, che alla fine è un monopolio… però credo che ultimamente si siano aperte molte possibilità: ora sto lavorando per una nuova serie (Las bodas de Malena, ndr) per Discovery Home & Health, un canale cable. Sento che si stanno realizzando molti più prodotti attraverso altri canali, e che sia un buon momento per la televisione nazionale, a dispetto della realtà. Per il teatro, ammiro molto la gente che continua a farlo, perché i soldi non girano, e neanche nel cinema... per fortuna esiste un appoggio fiscale, un po’ di ossigeno per entrambi… Comunque, mi sorprende che continuiamo a fare cinema e teatro in questo paese, però lo facciamo, per una necessità artistica, per poterci esprimere.
Come vedi il tuo Paese?
Lo vedo in un momento grave, e anche il mondo. Sono molto angosciata e preoccupata, per il peso che sta prendendo Donald Trump. Sembrava che dovesse essere uno scherzo, e invece è diventata una realtà, un incubo. E anche nel nostro paese, stiamo vivendo cose tremende, soprattutto per l’indifferenza, l’impunità con la quale ci governano, ci rubano, ci oltraggiano, e sembra che ce ne stiamo dimenticando. La cosa più grave è che ci stiamo abituando alla violenza, agli abusi di potere, e la cosa più triste è che con noi i nostri figli. Se ci fosse una società sensibile, che si preoccupasse per i sentimenti altrui, di come stesse l’altro, non sarebbe possibile tutto questo. Penso alle povere madri di tutti i “desaparecidos”… Non possiamo continuare a vivere come se niente fosse. Per questo penso che la risposta sia l’arte, la cultura, la coscienza.
Il tuo presente?
Sto vivendo una nuova tappa, di molta pienezza. Sento che ho lavorato per molti anni con molta angoscia, ansia, facendo i salti mortali per un ruolo che a volte neppure poteva piacermi.