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“Non è fantascienza, guardiamo un po' più avanti di oggi, ma senza una data. L’abbiamo pensato e girato pre-Covid, ma la pandemia ha azzerato questo passo in avanti: è un film moderno, contemporaneo, con un protagonista solo, e un ologramma. È proprio quel che abbiamo vissuto con il Covid”.
Parola di Pif, all’anagrafe Pierfrancesco Diliberto, che presenta E noi come stronzi rimanemmo a guardare. Targato Sky Original, prodotto da Wildside, Vision Distribution e I Diavoli, è presentato quale Evento Speciale alla XVI Festa del Cinema di Roma.
Scritto da Michele Astori e Diliberto, liberamente ispirato al concept Candido e la tecnologia del collettivo I Diavoli, è interpretato da Fabio De Luigi e Ilenia Pastorelli, nonché lo stesso Pif, Valeria Solarino, Maurizio Marchetti, Maurizio Lombardi e Eamon Farren.
De Luigi incarna Arturo, un manager rampante ma disgraziato: l’algoritmo che introduce in azienda lo renderà presto superfluo. In un solo colpo perde fidanzata, posto di lavoro e amici. Si adatterà a fare il rider, ovvero lo schiavo, per la multinazionale Fuuber, trovando l’unica consolazione a un’esistenza sempre più agra e grama in Stella (Pastorelli), l’ologramma “anima gemella” del’app sviluppata dalla stessa Fuuber.
Terzo lungometraggio di Pif dopo La mafia uccide solo d’estate (2013) e In guerra per amore (2016), arriverà il 25, 26 e 27 ottobre in sale selezionate. Con un particolare appiglio al presente: “Il balletto nazifascista che abbiamo messo a inizio film: da cittadino sono spaventato, da regista l’ho azzeccato. Del resto, se non prendiamo posizione e ricambiamo impassibili tra 30 e 40 anni ci sarà davvero gente che troverà divertente ballare su Faccetta nera, non perché fascista ma ignorante”.
Puntualizza il produttore Mario Gianani, “è un film politico nelle sue premesse, grazie allo studio dei Diavoli: la tecnologia non è neutrale, lasciata libera è come un robot libero, che ci può uccidere”.
“È il terzo film che facciamo insieme – aggiunge il cosceneggiatore Michele Astori – e l’idea è quella di una commedia che prova ad avere un ruolo politico. Facendo ridere proviamo a riflettere sulla nostra condizione”.
“Salvo una principessa dalla torre arrivando con un volo low low cost e una bici rubata, più che il principe azzurro sono marrone”, scherza De Luigi, per poi precisare: “E’ un film interessante su un futuro prossimo, possibile, dove le persone sono sole e i bisogni indotti dalla tecnologia. C’è davvero il rischio di trovarsi un giorno schiacciati dall’aiuto tecnologico”. Aggiunge la Pastorelli. “L’algoritmo, alle persone ignoranti come me questo film spiega cosa è. Il mio personaggio sa tutto quello che vuole Arturo in base alle sue ricerche del passato, Arturo è come se si innamorasse di Siri, poi va oltre le apparenze”.
Pif cita come influenze Playtime di Jacque Tati e Her di Spike Jonze, e conclude: “Usiamo i rider come simbolo condiviso dai più della situazione drammatica in cui viviamo”.