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"Un progetto del cuore. Uno scacco matto per la carriera". Così Rupert Everett descrive il suo debutto alla regia con The Happy Prince, presentato al Festival di Berlino nella sezione Special. A scrivere il suo film su Oscar Wilde l’attore inglese ha cominciato dieci anni fa. Il che non sorprende, visto che Everett ha già recitato in diversi adattamenti cinematografici tratti da opere del poeta irlandese.
"Wilde mi è vicino. Interpretarlo tuttavia, e dirigere poi la storia, non era nei miei piani", confida. "Io volevo solo scrivere la sceneggiatura". Poi, dopo una serie di rifiuti, ha deciso che sarebbe stato suo il volto dello Wilde degli anni dell’esilio. "E ho scoperto di amare la regia. Purché possa condurla alle mie condizioni, senza che nessuno mi dica quello che devo fare".
L’amore per Wilde Everett, protagonista di oltre 40 film, dal debutto in Another Country – La Scelta, del 1984, passando per l’ iconica commedia anni novanta Il Matrimonio del mio Migliore Amico", lo ha infuso con delicatezza nel suo Happy Prince. Una dichiarazione da’amore però che "non lo glorifica, ma lo mostra nella sua umanità tragica degli ultimi anni".
La sua relazione amorosa con il giovane Lord Alfred Douglas Bosie (Colin Morgan) e lo scandalo, i tre processi e i lavori forzati che ne derivarono, sono alle spalle. Quando esce di prigione, nel maggio del 1897 la saluta di Wilde, così come la sua posizione sociale, sono rovinati. Fuggirà a Parigi, dove muore sommerso dai debiti nel novembre del 1900. "Interpreto un uomo distrutto, nell’anima e nel corpo. E tuttavia, ho scritto anche una commedia. Perché il corpo è malato e appesantito, il volto irriconoscibile, la povertà tanto dolorosa quanto il decadimento fisico, ma la sua voglia di vivere, la sua passione sfrenata per la vita, non lo hanno abbandonato mai".
Camera sempre vicina ai volti, mossa, il film di Everett sembra quasi un documentario. „Era quello che volevo. Per esprimere al meglio i sentimenti feroci e i dolori di un’anima che si dipingono un volto. La rassegnazione e la lotta per la vita sono dimensioni che si vedono meglio guardando negli occhi di un uomo“. Ottimo il cast, Colin Morgan nei panni del dandy Bosie e Edwin Thomas in quelli dell’amico del cuore Robbie Ross si fanno ricordare. Ottimo il lavoro di Mr Everett.