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“Il mio primo film era sulla pancia, il secondo sul cervello e questo sui polmoni”. A parlare è Kim Rossi Stuart alla presentazione del suo terzo film da regista: Brado, in uscita il 20 ottobre distribuito da Vision. Dopo Anche libero va bene (2006) e Tommaso (2016) l’attore torna nuovamente dietro la macchina da presa portando in sala “un film di genere che parla di cose importanti come il rapporto tra un padre e un figlio, scomodando anche il complesso di Edipo”.
Protagonista insieme a Kim, nel ruolo di Renato, un padre scomodo, scorbutico e ingombrante, anche Saul Nanni, nel ruolo di suo figlio Tommaso. Un ragazzo costretto dagli eventi a mandare avanti il ranch di famiglia e ad addestrare al posto di suo padre un cavallo recalcitrante con lo scopo di farlo vincere a una competizione di cross-country.
Nel cast anche Borbora Bobulova e alcune giovanissime attrici: Viola Sofia Betti, Federica Pocaterra e Alma Noce.
Scritto a quattro mani dallo stesso Kim Rossi Stuart coadiuvato da Massimo Gaudioso e tratto dal racconto La lotta contenuto nella raccolta Le guarigioni, sempre di Kim Rossi Stuart, edito da La nave di Teseo, il film è: “un western esistenzialista, ma anche un’impresa sportiva con uno scavo psicologico e filosofico”. “Qualsiasi padre pone un fardello scomodo e ingombrante sulle spalle di un figlio e ognuno di noi ha dovuto lottare per trovare la propria identità- dice Kim Rossi Stuart-. Questa è una storia di liberazione e guarigione. È anche un film d’amore perché questi due personaggi lottano e si scavano vicendevolmente addosso valanghe di letame per ritrovare quel legame ancestrale ed eterno che nel tempo si è perso”.
A tal proposito che rapporto ha avuto con suo padre? “Non eravamo ai ferri corti come Renato e Tommaso. Il mio è stato un padre bravo perché mi ha regalato l’autonomia e non mi ha fatto stare in un brodo di giuggiole. In questo film ho voluto far vivere allo spettatore alcune esperienze della mia gioventù come il rapporto con il cavallo”.
Saul Nanni in Brado. Foto di Claudio IannoneSaul Nanni dice: “Tommaso è un ragazzo pronto alla vita perché, volente o nolente, con questo padre l’ha dovuta affrontare fin da piccolo. Entrambi hanno il desiderio di rispolverare questo rapporto”.
Mentre Borbora Bobulova, a proposito del suo personaggio Stefania, una madre assente che ha abbandonato marito e figli, dice: “È anche un po’ un seguito di Anche libero va bene, un film che mi ha regalato un personaggio meraviglioso che tra l’altro si chiamava Stefania. Qui interpreto un ruolo minore, ma le donne hanno sempre un peso nella storia. E anche questa madre ha una certa importanza in questo film”.
Infine Kim Rossi Stuart conclude: “Nella storia si coagula questo tema del respiro, un alito che ha a che fare con la genesi e la creazione dell’uomo. La verità è la mia stella polare nel lavoro. Mi lusinga anche il confronto tra il mio film e Million Dollar Baby: il telaio è simile, ma i punti di arrivo sono differenti. Penso comunque che nella vita sia fondamentale accettare la sofferenza perché solo attraverso questa poi ci sarà una rinascita”.