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Po è diventato grande, un panda ancora più grande. E goloso. Ora fa l'insegnante, i risultati sono un gran pasticcio, ma ancora non sa della missione che lo aspetta. Salvare addirittura tutta l'allegra e perditempo comunità dei panda, che vive in un luogo misterioso. Dopo aver trovato il babbo Li Chan, capace di mangiare trentadue ravioli in un colpo solo. Uscirà il 17 marzo Kung Fu Panda 3, anche in 3D, diretto da Jennifer Yuh Nelson e l'italiano Alessandro Carloni. Per Fabio Volo è stato un piacere enorme doppiare per la terza volta questo straordinario personaggio, ingenuo e generoso, sognatore e coraggioso, che tutti vorrebbero avere per amico. "Infatti, è la terza esperienza che ho di Po e quindi a questo punto mi sento anche un po' come lui. La storia è quella di un ragazzo goffo che ha un sogno più grande del destino che la sua famiglia e il suo contesto sociale gli hanno in qualche modo imposto. E lui, nonostante non abbia un fisico incredibile, non sia dotato di superpoteri o nemmeno di grandi talenti, sogna di diventare un vero guerriero, e alla fine ce la fa. Allora io dico sempre che Kung Fu Panda è il film più autobiografico al quale io abbia mai partecipato! Mi sento come Po, che per seguire appunto i suoi sogni si ribella al padre adottivo Mr. Ping, addirittura un'oca, che prepara noodles. E' sempre divertente doppiare un personaggio così. E poi sono diventato anche papà davvero e quindi l'idea che un giorno i miei figli vedranno questo cartone animato con la mia voce mi inorgoglisce parecchio".
Per i piccoli, ma anche per i grandi, la storia di Kung Fu Panda va oltre la semplice, colorata avventura.
I messaggi che passano dal film sono fantastici. Cioè: non farti mai dire dagli altri che non puoi o non sei capace di fare delle cose, credici fino in fondo, quando decidi di farle; ma soprattutto il film ci insegna come a volte il cuore e la passione possono superare anche le limitazioni fisiche o il poco talento che uno ha.
Po questa volta incontra il padre che non ha mai conosciuto e non ha il coraggio di abbandonare il padre adottivo.
Ha una famiglia particolare, è vero: un papà che lo ha cresciuto e un papà che torna per riabbracciarlo, dopo averlo non dico abbandonato, ma perso tanti anni prima. In quanto padre di due figli la cosa che posso dire di una famiglia, qualsiasi famiglia, è che conta soltanto l'amore. Qualsiasi genitore dovrebbe essere capace di ascoltarti e amarti per quello che sei.
Lei da spettatore bambino che rapporti ha avuto con il mondo dei cartoni animati?
Da bambino andavo poco al cinema, non so nemmeno se all'epoca ci fossero i film di animazione al cinema. Certo c'erano quelli di Disney. Io sono rimasto scioccato da Red e Toby perché prima erano amici e poi diventano nemici, ricordo che sono uscito dal cinema devastato, perché il tradimento di una amicizia mi uccide. Però ho pianto di più con ET, se devo essere sincero. Ora che sono adulto ne vedo molti di più, di cartoni animati. Mi è piaciuto tantissimo Up, con quel vecchietto che vola, e Gli Incredibili, ma devo dire che mi affascinano tutti quelli usciti ultimamente, perché non sono dei film veri e propri che hanno una sceneggiatura scritta da gente che ne sa.
Dopo due libri e due figli, è tornato alle Iene.
Intanto sono rimasto amico del gruppo, e soprattutto degli autori, C'era sempre nell'aria questo ritorno. Quest'anno non avevo programmi televisivi e il tempo era giusto, non ne avevo abbastanza per mettermi a scrivere un programma tutto mio. Per cui guidare una macchina come le Iene in questo momento è una gioia.
Sappiamo che sta girando una serie televisiva.
Sì, sto girando una serie televisiva. E' ambientata tra l'Italia e New York. L'ho scritta, la produco e la interpreto, ma non faccio la regia. La giro soltanto con i miei amici e pochissimi attori, ed è un esperimento nuovo. Purtroppo tanti attori recitano, va benissimo e vincono dei premi. Ma a me servivano persone che non recitassero. Non so dove la potrete vedere, non so il titolo. E non chiedetemi nemmeno di cosa parla, perché non si sa neanche quello in realtà. Quando chiamo qualche attore e spiego che cosa sto facendo, non mi capiscono. Perché è una realtà e una finzione che si uniscono, cioè i personaggi che utilizzo, gli attori conosciuti, sono sceneggiati, mentre quelli sconosciuti sono naturali. E' una cosa meravigliosa, è come fare l'amore: sei stanco, ma ti svegli contento. Questa cosa o mi garantirà lavoro per altri dieci anni o il prossimo, rovinato economicamente e professionalmente, sarò qui a parlare di Kung Fu Panda 4, sempre che me lo facciano ancora fare.