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Sette registi esordienti raccontano in prima persona la rincorsa al tanto sospirato “posto fisso”. Nasce così In bici senza sella, una storia divisa in più episodi, il cui tema centrale è la condizione “precaria” dei giovani di oggi. Il film è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2016 in collaborazione con Alice nella Città, e uscirà nelle sale il 3 novembre distribuito da Zenit Distribution.
Giovanni Battista Origo, regista del Santo Graal, racconta: “I greci e i latini, se volevano scagliare un anatema contro chi si era macchiato di disonore, gli auguravano l’eternità, affinché il rimorso e la condanna potessero perseguitarlo per sempre. Con una chiave di lettura contemporanea, a tratti grottesca, un simile augurio, rivolto a un precario dei giorni nostri, può equivalere a un destino infinito di lavoro in nero o di contratti a tempo determinato, o meglio di “le faremo sapere”. Il posto fisso è una rarità. I protagonisti lottano quotidianamente per conquistarlo. Vivono con autoironia e disperazione, inventando nuove forme di sopravvivenza per arrivare alla fine del mese. Devono pedalare per arrivare al traguardo, con una bici senza sella. Ma è veramente la fine della corsa o è solo la conclusione di una tappa?”. Per ora una risposta non esiste: si può solo sperare in un avvenire migliore.
L’episodio che ha fatto partire l’intero progetto è I precari della notte. I registi Sole Tonnini e Gianluca Mangiasciutti spiegano che: “I precari ricordano i Guerrieri della notte di Walter Hill. Sono acciaccati e maldestri, alla ricerca disperata di un lavoro. Si fanno la guerra per pochi spiccioli, ciascuno con identiche motivazioni. Ci sono chiari rimandi a Pasolini". La situazione non migliora con Curriculum Vitae, la storia di un ragazzo altamente qualificato, che, ancora una volta, si trova a essere disoccupato. “L’avventura del protagonista è una discesa verso gli inferi. Ho voluto calarlo gradualmente in una dimensione visivamente soffocante, di colloquio in colloquio”, sostiene Matteo Giancaspro.
Una realtà tutta al femminile è invece quella raccontata in Crisalide, di Cristian Iezzi e Chiara De Marchis. “L’ambientazione è quella di un ufficio classico, e ci siamo soffermati senza pietà sugli antagonisti: il capo, i colleghi e lo psicologo che circondano la protagonista. Lei è geniale, disposta a tutto pur di mantenere il posto fisso. Questo film appartiene a ognuno di noi, perché in molti hanno combattuto come la nostra protagonista”. Il precariato giovanile è un argomento all’attenzione di tutti, e dire qualcosa di inedito è difficile. Per questo motivo, Francesco Dafano, autore de Il parassita precisa: “Abbiamo scelto un tono grottesco per raccontare in modo originale quello che tutti conoscono. Anche il taglio documentaristico è stato pensato per sottolineare l’aspetto surreale della narrazione, e per non per cedere a uno stile troppo fiabesco”.
Sole Tonnini ha anche realizzato Il posto fisso, la cronaca del viaggio di due amici che devono sostenere un colloquio di lavoro. Il percorso è pieno di insidie e ostacoli, e non mancano gli incontri con personaggi bizzarri, animati dalla stessa voglia di sfondare. “Il finale è a sorpresa, non vogliamo rivelarvi di più”.