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Il viaggio di Arlo
“Noi cerchiamo sempre alla Pixar di fare qualcosa di diverso, per questo iniziamo spesso con cosa sarebbe successo se?”. Così Kelsey Mann, membro dello story department Pixar, spiega come nasce l’idea de Il viaggio di Arlo (The Good Dinosaur), di cui è stato presentato un footage alla 10. Festa del Cinema di Roma. Il film, in uscita il 25 novembre, racconta la storia di Arlo, un piccolo dinosauro che persa la strada di casa, intraprende un viaggio per fargli ritorno. “Ovviamente si tratta di cosa sarebbe successo se l’asteroide avesse mancato il colpo”, spiega Mann, e quindi i dinosauri convivono con gli uomini, anche se la situazione non è proprio quella che si potrebbe immaginare.
“Quello che è interessante è la storia tra il ragazzo e il cane – sottolinea Mann – e abbiamo cercato di raccontare questa storia”. Storia in cui il dinosauro è il “ragazzo” e il cane è un “bambino”. In particolare viene esplorata la crescita del ragazzo, per Mann “i bambini sono nel passaggio tra infanzia ed età adulto e Arlo lo abbiamo mandato alla ricerca del momento della crescita, in molte culture i ragazzi vengono mandati nella foresta, a volte con un solo bastone, e gli dicono vai e torna uomo”.
Come funziona, invece, la realizzazione di un film Pixar? Risponde Mann: “Quello che facciamo è uscire e andare proprio nelle location per vedere com’è nella realtà. Non m sono mai occupato prima di bestiame, come potevo occuparmene? Questo è quello che facciamo. Noi andiamo a cercare determinati elementi. Come story department andiamo proprio in giro per vivere noi sulla nostra pelle quelle che possono essere le sensazioni”. “Però – prosegue Mann – il posto numero uno, quello dove andiamo sempre per cercare le nostre storie è dentro di noi. La prima cosa che studiamo è dentro di noi, la nostra storia, ci studiamo, ci raccontiamo cosa provavamo alla stessa età dei protagonisti. Per creare una storia nella quale tutti si possano immedesimare. I film che preferisco, infatti, sono quelli dove chi li ha realizzati è stato onesto e c’ha messo sentimenti veri e onesti”.
Kelsey Mann, infine, precisa: “Sin dall’inizio ci siamo detti che volevamo realizzare un film dove i dialoghi fossero scarsi, Spot – il nome del cucciolo che accompagna Arlo, NdR – è un cucciolo e non poteva parlare, questo presentava molte più sfide. Di solito si pensa è un film per bambini riempiamolo di dialoghi, invece questo film volevamo fosse più silenzioso, condizione di maggiore vulnerabilità perché devi rappresentare di più con l’immagine”.