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Antonio Spoletini in Nessun nome nei titoli di coda
Dopo il debutto alla 14. Edizione della Festa del Cinema di Roma, l'evento alla Sala Fellini a Cinecittà - il luogo più appropriato per una proiezione speciale di questo lavoro strettamente radicato negli Studios, nel mondo delle comparse, nella città di Roma - e il giro nei festival internazionali, ora Nessun nome nei titoli di coda inizia la sua vita nei cinema.
Il regista Simone AmendolaSi inizia da Roma, Nuovo Cinema Aquila, il 5 - 6 - 7 Marzo, per proseguire con proiezioni in diverse città italiane organizzate con la piattaforma Movieday.
In coincidenza con l’uscita in sala, il film ha ottenuto il Patrocinio Fellini 100 dal MiBACT: il rapporto del protagonista con ‘Federico’ è fil-rouge del racconto.
la sera del 5 Marzo, ore 21.00 Nuovo Cinema Aquila
con il regista Simone Amendola e il protagonista Antonio Spoletini intervengono Mimmo Calopresti, direttore artistico del cinema, e l’attore Marcello Fonte che è presente nel film.
SINOSSI
Da che il cinema è cinema se dici ‘comparse’, dici Spoletini.
Cinque fratelli trasteverini che a partire dal dopoguerra hanno cercato le facce giuste per il cinema italiano e internazionale passato da Roma.
Dei cinque, Antonio, a ottant’anni suonati, è ancora lì, sul suo campo di battaglia, Cinecittà. All’approssimarsi dell’idea di una fine, come ogni uomo, vorrebbe lasciare un nome nei titoli di coda.
IL PERCORSO DEL FILM
Dopo la Festa del Cinema di Roma, il film a dicembre ha ottenuto il Premio del Pubblico all’ARFF di Amsterdam e la Nomination Miglior Documentario Internazionale ai Fabrique du Cinema.
A gennaio l’eco del film è arrivata oltralpe e il Canale Artè France ha realizzato un reportage sul film trasmesso nei paesi francofoni e in Germania.
Il 3 Febbraio, su invito della Cineteca Nazionale, il film è stato proiettato con successo alla Casa del Cinema di Roma.
NOTA DI REGIA
C’è una sequenza, i funerali di Fellini, che è in qualche modo la chiave del documentario. Mentre monta la commozione negli occhi dei presenti (da Gassman alla Vitti ci sono tutti) la regia si sofferma qualche istante su un gruppo di uomini di mezza età, una decina circa. Il commentatore (Paolo Frajese) emozionato ce li racconta: ‘Questi che vedete sono gli artigiani che hanno fatto il cinema, volti a me e a voi sconosciuti ma che a ognuno Fellini aveva dato un soprannome affettuoso’.
Al centro del gruppo, commosso, c’è Antonio Spoletini.
Antonio oggi, a 82 anni, non smette di fare il suo lavoro con passione. Nelle sue iconiche telefonate come conigli dal cilindro sbucano all’improvviso Cleopatra e Orson Welles: ‘Faccio prima a dì con chi non ho lavorato!’
Si muove dentro Cinecittà come a casa sua. Ha fatto un pezzo di strada con tutti, che siano lo scenografo Premio Oscar Dante Ferretti, o il suo ex figurante (ormai star) Marcello Fonte, ma c’è un luogo dove le emozioni lo tradiscono ancora: il Teatro 5.
In Nessun nome nei titoli di coda il rapporto di Antonio con ‘Federico’ è il filo drammaturgico che salda l’azione del presente e la memoria: Antonio cerca una copia in pellicola di un film di Fellini a cui ha lavorato e cui è profondamente legato: Roma.
E questa ricerca diventa l’anima del film. Perchè incornicia il personaggio nel momento della vita in cui si tirano le somme, in cui si acuisce una sensibilità e le cose acquisiscono un senso maggiore. E grazie a questa nuova fragilità vengono a galla le cose più intime che sono le emozioni più universali.