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“Non mi sentivo libera di essere me stessa, avevo paura che non avrei più lavorato a Hollywood. E mi sentivo svantaggiata, ma ora le cose stanno cambiando anche a Hollywood: dopo il coming out, sono più felice e ispirata nel lavoro. Più persone dovrebbero fare coming out: bisogna superare la paura, sarebbe sciocco non farlo”. Parola di Ellen Page, già star di Juno e X-Men, che porta alla Festa di Roma Freeheld, diretto da Peter Sollett e tratto da una storia vera, quella di La
urel Hester (Julianne Moore) e Stacie Andree (Page), due lesbiche che 10 anni fa ingaggiarono una battaglia per ottenere uguali diritti: malata terminale di cancro, Laurel voleva che la sua pensione di detective andasse a Stacie, ma i funzionari – Freeholders - della Contea di Ocean, New Jersey, erano di diverso avviso…
Basato sul cortometraggio documentario omonimo premio Oscar di Cynthia Wade, sceneggiato dal Ron Nyswaner di Philadelphia, il film arriva “dopo la sentenza della Corte Suprema (le nozze gay sono un diritto costituzionale, NdR) che ha compiuto un passo molto importante verso l’uguaglianza dei diritti, ma in 31 Stati la mera appartenenza alla comunità LGBT implica rischio di licenziamento e difficoltà nell’accesso alla casa”, sottolinea la Page, e incalza: “Film come questo, che mostrano gli effetti devastanti della discriminazione sulla vita delle persone, possono cambiare le menti e i cuori delle persone, io lo spero davvero. Avere a cuore l’eguaglianza dei diritti può essere di beneficio per tutti”.
Sull’exemplum di Laurel e Stacie, la Page dichiara: “Hanno fatto tanto, e in un tempo in cui era difficilissimo farlo. Se oggi, volendo, mi posso sposare è grazie a loro”. E sul lavoro con Julianne Moore: “Era la prima volta che lavoravo con lei, ma ci siamo connesse subito, è molto generosa. Ha già interpretato molte lesbiche, crede nell’eguaglianza, e come me è rimasta toccata dalla storia di Laurel e Stacie, come me voleva far parte di questo progetto”.
Nel film, dal 5 novembre nelle nostre sale con 200 copie targate Videa, le posizioni egualitarie di Laurel differiscono da quelle di Steven Goldtsein (Steve Carell), un attivista pro matrimonio gay, e la distinzione riflette più generalmente i diversi approcci in seno alla comunità LGBT, anche rispetto al Gay Pride: “Per me è fantastico – osserva la Page – perché dà la possibilità a persone forzatamente represse di poter esprimere se stesse: il mondo è prevalentemente etero, per una volta l’identità LGBT può esplodere”.
Infine, sugli effetti pubblici del suo coming out la Page conclude: “Moli giovani mi hanno confessato che è stato utile per loro, del resto, non si può vivere con un senso di vergogna addosso: semplicemente, non è giusto”.