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“L’idea mi è venuta mentre stavo lavorando a un altro progetto, che ho ambientato in un mondo virtuale. Mi sono reso conto che, all'interno di un videogioco, è possibile creare relazioni, interagire con gli altri. Volevo raccontare la realtà spietata che stiamo vivendo, strizzando l’occhio anche a quello che si cela dietro a un monitor”. Così il regista Berardo Carboni presenta Youtopia, nelle sale italiane dal 25 aprile distribuito da Koch Media.
“Con internet sono nate nuove scale di valori, è cambiato il modo in cui guardiamo la nostra quotidianità. Ci rifugiamo nella finzione per non dover pensare ai nostri drammi”, spiega Matilda De Angelis, che nel film interpreta Matilde: una ragazza che mette in vendita la verginità sul web. Vorrebbe essere una persona normale, ma la sua famiglia non ha i soldi per pagare il mutuo. La banca ha messo all'asta la casa. Rischia di perdere tutto, anche gli affetti. “Il mio personaggio non riesce ad avere legami con i suoi coetanei. È molto chiusa e vorrebbe scomparire, ma ha una grande forza nell'affrontare le difficoltà”. E sui social: “Non bisogna lasciarsi inghiottire, li uso in modo professionale”.
Donatella Finocchiaro presta il volto alla madre di Matilde. “Le nuove tecnologie devono essere utilizzate con intelligenza. La moderazione viene prima di tutto. Servirebbero dei corsi sul web, che spieghino alle nuove generazioni quali sono i rischi. I genitori devono essere i primi a controllare”. E sul suo personaggio: “Va in scena una crisi generazionale. Poi questa madre scopre la terribile verità che nasconde la figlia. È devastante. Siamo tutti chiamati a vigilare. Dobbiamo proteggere la dignità delle nostre ragazze”.
La preparazione del film è stata lunga, specialmente per gli attori. “Non ero abituata alle scene di nudo. Non mi sono mai spogliata davanti a una webcam. Un coach mi ha aiutata a sentirmi a mio agio, a muovermi in modo naturale, anche se ero molto tesa. Non è stato facile, questa esperienza mi ha cambiato. Ho incontrato i miei demoni e le mie paure. Il cinema non è solo intrattenimento, ma anche riflessione”, aggiunge De Angelis.
Youtopia è stato vietato ai minori di quattordici anni. “Questa storia era proprio diretta agli adolescenti. Non condivido questa scelta. A sette anni i bambini hanno già uno smartphone in tasca. Chiudere gli occhi non risolve il problema. Si può anche educare attraverso il grande schermo”.