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Sarà nelle sale il 3 settembre Bolgia Totale, opera prima di Matteo Scifoni, prodotto con 130.000 euro e distribuito in circa 20 copie da Asap Cinema Network: “Il progetto nasce dalla mia passione sviscerata per il noir, per la ‘crime fiction’, per tutto quel tipo di cinema che si può ritrovare dentro al film”, dice il regista. E molti sono, infatti, gli omaggi al grande cinema western oltre che noir, al gangster movie americano e ai polizieschi, oltre alle citazioni filmiche come Dal tramonto all’alba o Miami Blues e Una vita al massimo. Il regista sceglie una storia semplice ed essenziale e porta sul grande schermo un “film di genere”. La guardia che insegue il ladro, il gioco del buono, non tanto buono, e del cattivo.Bolgia Totale è la storia di un incontro/scontro tra un vecchio ispettore, ormai alcolizzato e drogato (Giorgio Colangeli), e un giovane spacciatore con disturbi di mente, Michele Lai (Domenico Diele).
“Ho avuto la fortuna di affrontare anche in altri progetti personaggi che appartengono a questo tipo di cinema”, ricorda Domenico Diele, recentemente anche tra i protagonisti delle serie tv 1992: “Penso ad esempio anche al thriller diretto da Claudio Noce (La foresta di ghiaccio, ndr), la storia di un ragazzo che torna dopo anni a cercare vendetta per un delitto che ha subito, l’uccisione del fratello”.
Colangeli, invece, commenta così il suo personaggio Quinto Cruciani, la guardia non più eroe: “Di Cruciani mi piace l’essere antieroe. Uno che aveva a che fare con una vita per il lavoro, violenta, senza orari, disordinata di cui gli sono rimasti solo dei grandi dubbi e vuoti esistenziali. E questo essere mosso da un obiettivo minimo. Il ritrovare Michele diventa il pretesto per salvarsi la pensione, una questione di sopravvivenza. Un antieroe che fa capire come poi la follia non è tanto dei personaggi ma di tutto ciò che sta intorno”.
Giorgio Colangeli in una scena del filmBolgia Totale, realizzato nel 2013 senza alcun contributo istituzionale, esce in sala dopo due anni e si posiziona tra i tanti film del cinema indipendente italiano, ma tra le poche opere prime sempre più convincenti. Il film è prodotto da Giorgio Beltrame e Domenico Trapani Lombardo per Mescalito Film. Proprio con Domenico Trapani Lombardo il regista Scifoni è legato da una forte amicizia sin dai tempi del liceo. “Credo molto nel talento di Matteo come regista. Ho lavorato un paio d’anni nel settore facendo cortometraggi e in qualche film, il più importante è Corpo Celeste di Alice Rorhwacher. Mi sono detto ‘forse ho tra le mani il progetto che avrei da sempre voluto realizzare. Così abbiamo deciso di fare questo film - continua Domenico Trapani Lombardo - dopo un paio d’anni con la società che ho costruito appositamente e dopo diverse richieste di finanziamenti arrivate anche per altri progetti, abbiamo deciso di puntare tutto su un film che poteva essere realizzato con un budget limitato. Abbiamo avuto un’immensa fortuna nel trovare sia il cast artistico sia il reparto tecnico che hanno abbracciato il progetto con passione”.