PHOTO
“Questo film è stata una corsa anche per noi, come per i due riders protagonisti, e una sfida ardua perché è stato girato interamente con le GoPro, motivo per cui abbiamo fatto un grandissimo lavoro di post-produzione”.
Così Jacopo Rondinelli, che ha iniziato lavorando come realizzatore di effetti speciali per la pubblicità, la televisione e il cinema, parla del suo primo lungometraggio, Ride.
Il film, che uscirà nelle sale il 6 settembre distribuito in oltre 200 copie da Lucky Red, racconta la storia di due riders appunto, interpretati da Ludovic Hughes e Lorenzo Richelmy, che decidono di partecipare a una gara di downhill (competizione individuale di mountain bike a cronometro su percorsi particolarmente in pendenza) con in palio 250.000 dollari per poi scoprire di doversi spingere ben oltre i limiti delle loro possibilità fisiche e psicologiche e di dover affrontare una corsa estrema per la sopravvivenza.
“I protagonisti non sono due eroi positivi, ma sono due amanti degli sport estremi pronti a mettere a rischio la propria vita pur di ricevere due like in più su facebook”, dice Rondinelli, milanese conosciuto soprattutto per i suoi numerosi videoclip diretti per artisti come Ramazzotti, Subsonica, Caparezza, Fedez e Salmo.
Girato in cinque settimane in Trentino, Ride nasce dalla mente di Fabio Resinaro e Fabio Guaglione, noti anche come Fabio & Fabio, autori e registi del fortunato Mine, e lo hanno scritto a sei mani insieme a Marco Sani (Addio fottuti musi verdi, Suburra 2). “Durante la scrittura non ho pensato alle difficoltà tecniche e di ripresa che poi potevano esserci. Voleva essere un Duel sulle bici (il film di Spielberg del 1971)”, dice lo sceneggiatore Sani. E Guaglione racconta: “Abbiamo ripreso ogni scena con venti GoPro, alla fine ci siamo ritrovati con ben nove mesi di girato e abbiamo creato uno schema per poi andare a vedere da una camera le scene recitate. Abbiamo voluto creare un mondo nel quale il pubblico ha il piacere di stare e magari alla fine ha anche voglia di farsi un altro giro”.
Ride è stato concepito come film di genere, un thriller sperimentale che prende spunto sia dalla cultura dei videogiochi che dal mondo dei reality show. “Credo che sia il primo esperimento in questa direzione. Abbiamo unito uno sport estremo con una storia. Inoltre è l’unico film, a parte Hardcore, girato interamente con le GoPro e con molti effetti grafici”, dice Resinaro, alla seconda esperienza, dopo True Love, di questa formula produttiva insieme all’altro Fabio. Poi sottolinea l’attualità del tema: “Volevamo anche parlare della nostra generazione sempre più dipendente dai cellulari. E’ un film iper-pop che ritrae quello che stiamo vivendo”.
Lorenzo Richelmy, nei panni di Max, un rider sempre alla ricerca di sponsor e like su youtube che accetta il rischio del misterioso contest per cercare di ripagare i suoi numerosi debiti, dice: “Ovviamente non riesco a fare tutte quelle acrobazie che vedete nel film. Sono un attore, non un atleta. E’ un film d’azione quindi c’erano degli stunt professionisti al nostro posto, ma parte dei percorsi li abbiamo fatti anche noi attori. Recitare con le GoPro è qualcosa di diverso rispetto a quello a cui siamo abituati: il bosco era il mio teatro, avevo davanti non una sola camera che mi riprendeva, ma tantissime e sempre addosso. E’ un mondo di estrema libertà, che dà infinite possibilità e che usa un linguaggio diverso e nuovo”.
Infine il regista, che già ha in mente di voler girare il sequel di Ride, conclude: “Nel film ci sono alcune citazioni dei vecchi videogiochi anni ottanta, ma è una melanconia 2.0 perché abbiamo voluto accontentare diversi palati aprendoci anche al nuovo, come alla recente disciplina del downhill”.