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“Credo che la vita in fin dei conti sia una commedia, che poi è il genere cinematografico che, non a caso, più si avvicina alla vita, quando c’è la ricerca della verità. E fare un viaggio che non avevo fatto è stato bello. Questa non è la mia famiglia, certo, ma alcuni passaggi del film, alcune cose la ricordano”.
Alessandro Gassmann presenta Il premio, sua terza opera da regista, film prodotto dalla IIF di Fulvio e Federica Lucisano insieme alla danese Space Rocket Nation e la Vision di Nicola Maccanico, che lo porterà nelle sale a partire dal 6 dicembre in 350 copie.“Ci sono molte cose che mi riguardano, molti viaggi fatti insieme a mio padre. Viaggi in cui guidavo io, perché lui pur avendo macchine molto potenti non era così bravo alla guida. Era uno che nella vita non parlava tanto, soprattutto da sobrio, ma alle persone a cui voleva bene diceva spesso delle verità scomode, anche in maniera frontale, senza girarci troppo intorno. E credo che questa sia la similitudine più forte tra lui e il personaggio del film, che non è un’opera autobiografica ma che naturalmente qui e là attinge da alcuni ricordi, o alcune situazioni”, dice ancora Gassmann.
Alessandro Gassmann sul setChe nel film – scritto insieme a Walter Lupo e Massimiliano Bruno – è Oreste, personal trainer di mezza età in crisi con la moglie. Figlio di Giovanni Passamonte (Gigi Proietti), scrittore di successo internazionale, si ritrova senza preavviso a doverlo accompagnare a Stoccolma per ritirare il premio Nobel. Al viaggio, rigorosamente in auto, partecipano anche l’altra figlia Lucrezia (Anna Foglietta), blogger di successo, e Rinaldo (Rocco Papaleo), da sempre assistente personale dello scrittore. Da Roma a Stoccolma, passando per l’Alto Adige, l’Austria, Copenaghen e il sud della Svezia, la strada si trasformerà in un percorso denso di imprevisti fatto di incontri spesso curiosi, ma si rivelerà per tutti un’occasione unica per affrontare dinamiche familiari insospettabili e irrisolte.
“Il film rispetta le atmosfere della sceneggiatura, fatta di risate e malinconia, il tutto su una linea di equilibrio che spesso è difficile da ottenere”, dice Gigi Proietti, che sulle eventuali assonanze con Vittorio Gassman spiega: “Questo personaggio credo gli somigli per quello che riguarda il suo ultimo periodo. L’unica cosa che ho chiesto ad Alessandro era se potevo dire no nello stesso modo in cui faceva suo padre, con quell’aria sofferta, come avveniva nella Tosca di Luigi Magni, dove recitavamo insieme”, racconta ancora l’attore, voluto fortemente dal regista perché “come padre avevo bisogno di un attore che conoscesse l’argomento e soprattutto fosse un uomo di successo, proprio come è Gigi Proietti”, spiega Gassmann.
“Ci vuole coraggio e consapevolezza per fare un percorso come quello di Alessandro Gassmann”, dice Anna Foglietta, che aggiunge: “E’ un film pop nel senso più alto del termine, dinamico, mosso, sorprendente, fresco. Ma soprattutto moderno, esportabile, dove proponiamo un’Italia diversa dal solito. Un film che fa bene al nostro cinema, e che spero il pubblico possa premiare”.
Oltre all’attrice, altro habitué al fianco dell’attore/regista romano è Rocco Papaleo: “Il rapporto con Alessandro è particolare, siamo amici da tanto tempo, oltre ad aver condiviso una gravidanza, nel senso che aspettavamo il nostro primo figlio nello stesso periodo. Poi ha fatto due dei miei tre film da regista. Diciamo che non mi è sembrato di accettare un ruolo e mettermi a disposizione, più che altro è stato come prolungare un percorso già ben avviato”.
Sul fronte delle scoperte, invece, da segnalare l’esordio sul grande schermo di Marco Zitelli (è Andrea, il figlio di Gassmann), in arte Wrongonyou, scovato dal regista per caso: “Lavoro sempre ascoltando musica e per questo film sentivo che le sonorità giuste fossero country-folk. Mi imbatto in questo cantante, pensando fosse canadese, o giù di lì, per poi scoprire che abitava a 15 km da casa mia, ed era Marco Zitelli”. Risultato: un ruolo nel film, oltre alla collaborazione con Maurizio Filardo per la colonna sonora e la paternità di due brani, cantati poi nel film da Matilda De Angelis.
Gassmann con Marco ZitelliInfine, un omaggio anche a Erika Blanc, che nel film è Greta, diva sul viale del tramonto che Passamonte va a trovare durante il viaggio: “Ho vissuto in un sogno, un sogno breve. Solo 4 pose, è vero, però in questo film sono un’attrice miliardaria, anche più della moglie di Berlusconi, e ho vinto pure due Oscar”. A ciascuno il proprio Premio.