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“Tutto è nato da una singola idea: l’incontro tra Martina e il Dott. Mopsi, nel parco. Una dog sitter e un veterinario, entrambi in cerca di qualcosa” prosegue Fulvio Risoleo, regista de Il colpo del cane, dal 19 settembre in sala. “All’inizio ne avevo fatto un cortometraggio, poi abbiamo capito di poter sviluppare di più la storia”.
Fulvio Risoleo è al secondo lungometraggio, dopo Guarda in alto (2017), e in seguito ai corti pluripremiati Varicella (2015) e Lievito Madre (2014). “De Il colpo del cane mi interessavano i personaggi, su due fronti diversi. Mi affascinano le strutture che ritornano su se stesse, le scene esplorate da più punti di vista”. E conclude: “Come in Uno studio in rosso, nella serie di Sherlock Holmes, a un certo punto una storia finisce e ne comincia un altro”.
A proposito, anche le attrici protagoniste, Silvia d’Amico e Daphne Scoccia, confermano: “La scrittura di Fulvio è molto particolare” esordisce la prima, “rispettando quella e il suo modo di ragionare, non è stato semplice, ma si è creato un bell’equilibrio”.
“Mi sono sentita a casa in questo set” replica invece la seconda. “Sono rare, persone e personalità di questo tipo. E ho contribuito mettendoci del mio, come sempre quando un attore si trova bene in un film e in una sceneggiatura”.
E non solo agli attori è arrivata l’originalità del progetto: “Con Fulvio, da quando ha presentato il corto Varicella, è stato colpo di fulmine” aggiunge Annamaria Morelli, di TimVision. “Ha un talento innegabile. Dopo Manuel di Dario Albertini e Bangla di Phaim Bhuiyan, ribadiamo di stare dalla parte dei giovani”.
Chiude il giro di testimonianze Donatello Della Pepa di Revok Film, coproduttore insieme a TimVision: “Una bellissima collaborazione, questa per Il colpo del cane, con l’intento comune di realizzare un film tanto particolare”.