“Tutti dovrebbero chiedersi come Papa Francesco: perché loro sì e io no? Non abbiamo nessun merito ad essere nati da questa parte del Mediterraneo dove non c’è la guerra e la fame”.

A parlare è Tiziana Lupi, che oggi ha presentato Il Nostro Papa, docufilm da lei diretto insieme a Marco Spagnoli, che arriverà nelle sale italiane con una speciale uscita-evento il 16 e 17 dicembre distribuito da Istituto Luce-Cinecittà.

 

Il film è tratto dall’omonimo libro della Lupi (“molto apprezzato dal Papa”) e ripercorre la storia della famiglia Bergoglio a partire dalle loro origini italiane e dalla loro emigrazione in Argentina. Anche il Papa è figlio di migranti e proprio per questo da sempre ha manifestato grande attenzione alle persone più deboli in cerca di solidarietà ed accoglienza. 

“Mi colpì molto la storia della nave Principessa Mafalda che affondò- racconta Tiziana Lupi-. Seguiva la rotta Genova- Buenos Aires e vi erano tanti emigranti italiani a bordo. Per puro caso la famiglia Bergoglio non si trovava su quel piroscafo. Chi non crede lo chiama destino, chi crede provvidenza. Ma io penso che, nell’aver scampato quella tragedia, risiede l’amore di Papa Francesco per i migranti. E’ qualcosa che gli ha dato uno sguardo più ampio. Come anche  l’essere cresciuto con una Nonna italiana emigrata in Argentina”. 

Tanti i materiali d’archivio (dell’Istituto Luce e degli archivi Vaticani) utilizzati in questo docufilm che vede protagonista Iago Garcia, un attore che è stato chiamato ad interpretare il giovane Jorge Mario Bergoglio e che, spinto dal suo desiderio di prepararsi al meglio per il ruolo, cercherà di capire, attraverso incontri e interviste, cosa c’è all’origine della figura e del pensiero di quello che oggi è il nostro Papa.

“E’ un Papa che porta il messaggio del tu e non dell’io. E’ un Papa che vive nel presente perché la religione deve essere attualizzata e andare al passo con i tempi, non dietro ad essi. Lui ha tanti aspetti semplici e umili che me lo fanno sentire vicino”, dice Iago Garcia. 

“Ci siamo voluti concentrare sulla sua attenzione agli ultimi. Dio ha dato il megafono a Papa Francesco che propaga il suo messaggio di integrazione e di accoglienza a più persone possibili. E noi vogliamo essere il megafono del megafono e non sentire più parlare di porti chiusi”, conclude Tiziana Lupi.