PHOTO
Si inaugura venerdì 27 maggio con un affettuoso omaggio all’icona di Laura Antonelli la rassegna di Casa del Cinema FACE OFF che proseguirà - tra capolavori della storia del cinema, curiose riscoperte e anteprime – fino a venerdì 3 giugno.
La rassegna propone un lungo viaggio, scandito nei decenni da grandi scandali, dalla trasformazione del “comune senso del pudore”, da opere entrate di diritto nella storia del cinema, da provocazioni liberatorie come il bacio di Marlene Dietrich in Marocco di Joseph Von Sternberg, forse l’ultimo atto veramente trasgressivo prima del “Codice Hays” nel 1930.
Nonostante l’esplicito avvertimento che le pellicole scelte sono riservate a un pubblico adulto e consapevole e che, nonostante la progressiva trasformazione del senso del “proibito”, sia parso opportuno rispettare i divieti originali dei singoli film, “FACE OFF” non è certo un programma di facili scandali pruriginosi.
Nell’anniversario di un film come Ultimo tango a Parigi – all’epoca addirittura messo all’indice e letteralmente bruciato sulla pubblica piazza – la rassegna si apre con un “manifesto” dell’immagine della donna (e delle sue distorsioni culturali) come La stregoneria attraverso i secoli, con cui nel 1922 Benjamin Christensen denunciava la strumentalizzazione – questa sì pornografica – della figura femminile come strumento della tentazione diabolica.
Gli anni del cinema muto e fino alla Seconda Guerra Mondiale mostrano una libertà e una varietà di motivi che resteranno impossibili nei decenni successivi. Proprio con l’eccezione degli anni ’40, “FACE/OFF” racconta così questa trasformazione del cinema erotico e del corpo della donna, fino alla conquista del punto di vista da parte della donna stessa, autrice, artista, soggetto erotico finalmente libero nel suo desiderio. Nelle varie giornate c’è posto per capolavori firmati da Borowczyk, Buñuel, Cavani, Oshima, Schroeder, Von Stroheim; per icone del genere come Metzger, Sarno, Russ Meyer; per autrici che hanno sovvertito il punto di vista tradizionale come Wilma Labate, Sigi Rothemund, Virginie Wagon o l’irriverente brigata di registe francesi che hanno dato vita al progetto X-Femmes nel 2008, ad oggi ancora praticamente inedito in Italia e firmato da nomi di garanzia come Lola Doillon, Mélanie Laurent, Laetitia Masson, Tonie Marshall...
La rassegna prosegue con la doppia lettura di un testo celebre come Venere in pelliccia: se la moderna versione di Roman Polanski è ben nota e apprezzata, l’edizione originale del film di Massimo Dallamano, censurato, smembrato e solo di recente riabilitato, vuole essere un omaggio a Laura Antonelli, sfortunata e “divina” creatura a cui dedichiamo la nostra serata d’apertura. A quella stagione del cinema italiano è dedicato anche l’ultimo lavoro di Carmine Amoroso (Porn to be Free) che sarà in anteprima al Biograph Film festival.
FACE OFF ovvero le due facce del desiderio; maschera culturale e stereotipo erotico; scambio di ruoli tra lo sguardo dell’uomo e quello della donna; mutazione genetica della passione e della fantasia; gioco degli equivoci tra oggetto e soggetto; eterno ritorno del sesso come potere; sottile confine tra erotismo e pornografia. Tante voci diverse a disegnare una trasformazione del costume e del pensiero cui il cinema ha dato voce e volto in cento anni di storia dell’occidente
“Le molte rassegne che le maggiori cineteche e i grandi musei hanno dedicato al mito dell’erotismo nel cinema – dice Giorgio Gosetti, direttore della Casa del Cinema - hanno quasi sempre posto l’accento sull’occhio maschile dietro la macchina da presa. Il corpo delle donne, feticcio e motivo d’attrazione in letteratura, pittura, scultura, fotografia e cinema è stato di volta in volta idealizzato, strumentalizzato, evocato e piegato al desiderio maschile. Con il programma di “FACE OFF”, realizzato in collaborazione con RIPLEY’S FILM, proponiamo invece un viaggio nell’arte di grandi autori e grandi provocatori mettendo al centro della scena proprio la donna, la sua personalità, le passioni, la fantasia. Fino a quella conquista di parola e di senso che ieri il cinema, oggi la letteratura popolare, hanno finalmente riconosciuto all’anima femminile, protagonista e non più semplice oggetto del desiderio”.