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“Volevo fare un film sulla religione. Oggi è un tema quasi tragico legato ad argomenti di cronaca drammatici e qui volevo provare a ridere di qualcosa che sembra così intoccabile”.
Parola del regista Alessandro Aronadio, che presenta il suo nuovo film Io c'è, nelle sale dal 29 marzo distribuito in 350 copie da Vision Distribution. Protagonista di questa commedia è il proprietario di un bed and breakfast (Edoardo Leo) che, siccome ha pochi clienti e troppe tasse, deciderà di trasformarlo in un luogo di culto esentasse. Per farlo dovrà però fondare una sua religione: nascerà così lo “Ionismo”.
“Da ateo mi incuriosisce il fedele e colui che crede in qualcosa perché penso che sicuramente vive meglio di me - spiega Aronadio -. Ho raccontato la storia di questo ciarlatano che si ritrova suo malgrado a vivere come guida di questa religione”.
Ed Edoardo Leo, che insieme al regista e a Renato Sannio ha scritto la sceneggiatura, aggiunge: “E' un tipo di racconto che non è solo comico ma anche pensante e in questo caso con un argomento scottante. Vengo da una famiglia cattolica, mia nonna la chiamavano 'Maria la presepa' perché era sempre con il rosario in mano e ogni tanto mi sono chiesto 'chissà come la prenderebbe'. Ma non abbiamo mai ridicolizzato la religione”.
Oltre a Giuseppe Battiston nei panni del teologo di questo credo farlocco, nel cast del film ci sono anche Margherita Buy, Giulia Michelini e Massimiliano Bruno. “Lo Ionismo è una religione più contemporanea che mette al centro te stesso e che per certi versi è liberatoria: ti dice fai quello che vuoi, non esistono comandamenti, ma solo suggerimenti. Tutte le religioni raccontano una storia e danno un ordine al caos e una delle funzioni principali è quella di poter appartenere a un gruppo per poter trovare la propria identità”, dice Aronadio, al suo terzo lungometraggio dopo Due vite per caso e Orecchie.
Ma come la potrebbero prendere i fedeli? “E' un film profondamente rispettoso di chi crede, poi ognuno lo interpreterà come preferisce. Per alcuni è per credenti, per altri è totalmente ateo. Volevo ragionare sul perché dopo anni ancora abbiamo bisogno di riflettere sull'invisibile. Ho curiosità nei confronti di chi crede e non è assolutamente un film contro i fedeli”, risponde il regista. Mentre Edoardo Leo precisa: “Io c'è è una metafora interessante sul confine tra fede e creduloneria e tra religione e cialtroneria. Il principio è stato quello di non irridere e di non mettersi sull'altarino, ma anzi di cercare di capire”.
Non è un caso quindi se questa commedia uscirà proprio in coincidenza con l'inizio delle festività pasquali: “E' un richiamo scherzoso”, commenta Nicola Maccanico a capo di Vision distribution.