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Alcune associazioni di categoria, ovvero 100autori, ANAC, WGI, AGPCI, SNCCI, AFIC e CNA/Pmi Cinema e Audiovisivo, hanno completato la stesura di una proposta unitaria relativa ai decreti attuativi previsti dalla Legge del Cinema e dell’audiovisivo, recentemente approvata e senza i quali la stessa legge non può diventare operativa. La proposta, contenuta in un documento di sedici pagine che sarà consegnato nei prossimi giorni direttamente al Ministro della Cultura, Dario Franceschini, dai rappresentanti delle associazioni firmatarie (si sta aspettando la conferma della data dalla segreteria del Ministro), affronta gli aspetti tecnici lasciati indefiniti dalla Legge che investono tutti i comparti del settore: dalla produzione, all’esercizio, alla distribuzione nazionale e internazionale, dalla promozione alla conservazione e valorizzazione del patrimonio.
Di particolare rilievo i criteri con i quali dovranno essere alimentati i contributi automatici destinati alla produzione: secondo il documento è necessario trovare un adeguato equilibrio affinché non prevalga il criterio degli incassi su quello altrettanto fondamentale della qualità artistica delle opere premiate nei festival internazionali. Un’altra questione aperta è quella relativa ai cinque esperti che dovranno attribuire i contributi selettivi. Consapevoli che tale numero non è sufficiente per svolgere tutte le competenze che la legge attribuisce agli esperti, le sei associazioni chiedono che i cinque esperti del Consiglio Superiore siano almeno raddoppiati e sottoposti a una continua rotazione, limitando a sei mesi la durata del loro mandato. Nella presentazione del documento a Dario Franceschini sarà inoltre rinnovata la richiesta, già presa in considerazione dallo stesso Ministro, di riportare le risorse dei sostegni selettivi all'effettiva quota del 18% del fondo. Infatti, con l’ingiustificato inserimento in questo capitolo di spesa dei costi degli Enti pubblici (Istituto Luce, Biennale Cinema, CSC...) i contributi selettivi, che si rivolgono più direttamente al cinema di qualità, sono stati decurtati di quasi 40 milioni di euro.