PHOTO
Si è appena concluso il Festival di LaJolla, la Cannes del Fashion Film, e MYTH, di cui abbiamo scoperto i dietro le quinte, ha vinto due meritatissimi premi: Best Narration (i registi Manfre & Iker Iturria) e Best Costume Design (il geniale Manuel Albarrán). Avventura in territorio a stelle e strisce che continua: sarà in concorso anche al Miami Fashion Film Festival (20-23 settembre).
Come quella della modella messicana Andrea Carrazco, 22 anni, di Hermosillo: “Una piccola città, e anche se il caldo non è così piacevole, è molto bella” – come ci ha detto da New York. “Nella mia città non ho mai visto succedere niente di grave; è la frontiera con gli Stati Uniti, dove si concentra il caos… Hermosillo si trova nel mezzo dello Stato di Sonora, e mi sembra una città super sicura. Non so dirti altro…”
Ci avevano incuriosito ampiamente Manfre & Iker Iturria parlandoci di lei e della sua sorprendente interpretazione, piena di talento. Per questo, eccoci a conoscerla più a fondo, oggi che sarà proiettato, all’interno della “Gira nacional” del México Fashion Film Festival, La Dama Muerta del regista e fotografo Ivan Aguirre (FLESH Magazine, Marie Claire México e América Latina, Spoonmagazine…), lei come protagonista.
“Come mi sono avvicinata al mondo della moda?” – continua a raccontarci Andrea Carrazco. “È stato molto strano, perché non ho mai pensato di fare la modella…Avevo 16 anni, e ho accompagnato per gioco un amico a un casting per fare foto con Ivan Aguirre. Lui mi ha scelta, e da lì è iniziato tutto. Sono poi arrivate delle richieste da Città del México: credo sia l’unica città nella Repubblica, dove si lavori e ci siano delle possibilità nel settore creativo, in quelle più piccole non c’è molto da fare. Ho convinto i miei genitori, ho lasciato la scuola, e ci siamo trasferiti. Ho così iniziato a fare la modella professionista, scoprendo che è una cosa che amo tantissimo”.
Making of di MYTH, autore Ivan AguirreCome sei arrivata a MYTH?
Avevo già lavorato con Manuel Albarrán: ho fatto un servizio fotografico con lui e Ivan Aguirre appena arrivati a Città del México. Per MYTH, Albarrán mi continuava a dire che dovevo essere io come protagonista… Sono sempre aperta alle nuove possibilità, amo provare cose nuove, e mi piace imparare, sento che non si smetta mai di farlo… È stato il primo video che ho fatto in vita mia: è stato un po’ strano, mi sentivo molto insicura, però mi dicevano di fare qualcosa e la facevo, o meglio quello che credevo dovesse essere fatto…
Ed è andata molto bene…Come per Lucca Luc (Fashion Film vincitore come Mejor Publicidad al MFFF, ndr) e La Dama Muerta…Io e Ivan Aguirre abbiamo una sintonia perfetta per lavorare bene insieme: ci conosciamo già e sappiamo quello che serve ogni volta. Lui mi ha aiutato a capire come mi piace esprimere qualcosa, e l’ho fatto anche per il video, perché devi trasmettere delle emozioni, cosa che dovrebbe succedere anche per le foto, e che è possibile maggiormente con l’editing. Il punto è come entrare in un personaggio, permettendo allo spettatore di provare quell’emozione. Non è solo “mi vedo o non mi vedo bella”: è molto più di questo, che passa in secondo piano quando devi sentire davvero qualcosa. Seguire un copione per me è stata finora una sfida, cercare di farlo veramente.
Molte attrici vengono dalla moda…
Sento che quello che viene viene, e che anche questa strada potrebbe essere. Mi manca però ancora esperienza, maggiore sicurezza anche in me stessa. Credo che il video mi metta ancora nervosismo, perché devo capire bene come funziona, però mi piace, perché mi permette di esplorare nuove dimensioni di me, senza avere punti di riferimento.
Con chi ti piacerebbe lavorare?
Con Guillermo del Toro: è un regista incredibile, come tutto quello che fa. È capace di mostrare qualcosa che è al di fuori del comune…
In quale tipo di film?
Mi piacerebbe il thriller, però non so se sono pronta per un genere come questo…
Come giudichi iniziative come il MFFF ed El Libro de Modelos?
Credo che entrambi abbiano l’importante finalità di far conoscere i tantissimi talenti che ha il México e che ancora non hanno avuto la possibilità di essere scoperti come in altri paesi: si pensa che è il México, e per questo non si sa se si deve dare o meno loro la visibilità adeguata… El Libro de Modelos è stata un’esperienza davvero bella, una grande festa, un’occasione per renderci conto di tutti questi talenti, che devono sostenersi, stimolarsi a vicenda: è l’unica forma per poter crescere davvero.