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Chissà, forse succederà di nuovo: nel 2013 La vita di Adele di Abdel Kechiche conquistò la Palma d’Oro, una palma per tre, il regista e le sue due attrici Adele Exarchopoulos e Lea Seidoux. Quest’anno potrebbe essere la volta di Carol, un altro dramma su una relazione lesbica diretto da Todd Haynes e interpretato da Cate Blanchett e Rooney Mara. Tratto dal romanzo Il prezzo del sale di Patricia Highsmith, inquadra l’affair tra una donna sposata e madre di una bambina (Blanchett) e una commessa (Mara) nella New York di inizio anni ’50: l’accoglienza della critica al festival francese è stata superlativa.
Durante la conferenza stampa, Cate Blanchett ha rettificato le recenti dichiarazioni attribuitele da Variety, secondo cui avrebbe affermato di “aver avuto relazioni sessuali con molte donne”: “Non ho mai avuto una relazione sessuale con una donna”, ha replicato l’attrice, sposata con quattro figli, lamentando come la sua risposta alla pubblicazione americana sia stata tagliata ad hoc per creare un caso.
Ma l’interprete australiana non si è limitata a questa rettifica, viceversa, ha puntato il dito contro l’invasione inutile della privacy: “Nel 2015 il punto dovrebbe essere: chi se ne frega? Chiamatemi all’antica, ma i penso che il mio lavoro di attore non sia presentare un universo microscopico, piccolo, noioso, bensì costruire una connessione con le esperienze di un altro personaggio. La mia vita privata non p di interesse per nessun altro, o forse sì, ma di certo io non ho alcun interesse a spargere ai quattro venti i miei pensieri e le mie opinioni”.
Sulla sessualità del suo personaggio, viceversa, la Blanchett sottolinea di aver apprezzato il riserbo di Carol: “La sessualità è una cosa privata. Spesso oggi succede che se sei omosessuale ne devi parlare prima del tuo lavoro: viviamo in tempi molto reazionari, e pensare altrimenti è da folli”. Viceversa, la speranza è che Carol possa aiutare a cambiare la situazione in “quei 70 paesi nel mondo in cui l’omosessualità è ancora considerata illegale: “E’ importante parlarne”, dice Cate, mentre Rooney Mara sottolinea come “la strada per arrivare a non parlarne più sia ancora molto lunga”. Infine, sulla mancanza della parità di genere nel mondo del cinema, la Blanchett stigmatizza: “Il tema è finito fuori dall’agenda”.
Il regista Todd Haynes, viceversa, spiega perché le relazioni saffiche abbiano sinora avuto minore fortuan cinematografica di quelle gay: “Gli spettatori maschi non ne sono esclusi, e sono il primo pubblico per cui Hollywood pensa i film”.