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“Volevo fare una sorta di quiz real time durante il quale il pubblico si domanda continuamente se il protagonista è colpevole o innocente”. A parlare è Massimo Coglitore alla presentazione della sua opera prima intitolata The Elevator, che uscirà nelle sale il 20 giugno distribuita da Europictures.
Un thriller psicologico ambientato all’interno di un ascensore bloccato al decimo piano di un grattacielo newyorkese che vede protagonisti un uomo (James Parks) e una donna (Caroline Goodall). Lui, famoso per il suo show televisivo alla Chi vuol essere milionario che fa impazzire gli americani, è sospettato di aver pagato per essersi fatto trapiantare un rene nuovo e per questo motivo la donna lo considera l’assassino di suo figlio.
“Ho scelto di ambientare la storia a New York perché io sono siciliano e lì al massimo gli ascensori arrivano fino al quinto piano. E poi è la città più cinematografica del mondo. Insomma non era un modo per scimmiottare il cinema americano”, spiega il regista che si è fatto costruire un ascensore ad hoc, nel quale si smontava il tetto, per poter riprendere la storia con tanti movimenti di macchina, con i carrelli e con il dolly, evitando così di fare “un film statico nonostante ci fossero solo due personaggi”.
Il film si ispira a una storia vera (ascensore escluso) e nasce da un’idea del produttore Riccardo Neri che nel 2009 venne a conoscenza di un uomo che aveva capito che suo figlio era stato ucciso in Brasile per via di un trapianto d’organi e dopo un po’ tempo aveva scoperto che dietro tutta questa vicenda c’era un politico brasiliano.
“Amo il cinema di genere e in questa storia ho trovato interessante il dramma di questa donna e il confronto con un uomo di potere che con il denaro può comprare tutto”, dice Coglitore, che ha diretto un film scritto a quattro mani da Mauro Graiani e Riccardo Irrera nel quale i due protagonisti si fronteggiano ininterrottamente in un ambiente angusto senza via d'uscita. “Abbiamo portato lo spettatore dentro quell’ascensore e non l’abbiamo più fatto uscire - dicono gli sceneggiatori -. Abbiamo messo una vittima e un carnefice a confronto, tenendoli faccia a faccia a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro”.
Nel cast oltre ai già citati James Parks, attore della galassia di Quentin Tarantino (Django Unchained e The Hateful Eight) , e a Caroline Goodall, nota per la sua interpretazione nel film di Steven Spielberg Schindler’s List, c’è anche Burt Young, celebre per essere stato il cognato di Rocky Balboa per il quale fu nominato agli Oscar nel 1977, qui nel ruolo di un guardiano piuttosto distratto.
“Mio marito è italiano e io risiedo in Italia - dice Caroline Goodall -. Sono nata a Londra, ma lavoro anche in America facendo l’accento americano. Adoro Roma e mi è piaciuto molto girare a Cinecittà. E’ stato importante per me recitare in un film di genere, un giallo che fa riflettere sul problema del traffico di organi e sul dolore di una madre che perde il proprio figlio”.