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“Stefano Massini, lo sceneggiatore, mi ha portato la storia, e all’inizio ero un po’ perplesso. Poi ho capito che era una grande idea. Dirigere undici donne è stata una bella sfida, ma mi trovo meglio a lavorare con loro che con gli uomini”. Il regista Michele Placido presenta 7 minuti alla Festa del Cinema di Roma 2016, e con lui c’è il cast al completo. Sul palco si avvicendano: Ambra Angiolini, Maria Nazionale, Ottavia Piccolo, Fiorella Mannoia, Cristiana Capotondi, Violante Placido, Sabine Timotei e Clémence Poésy. Il film uscirà nelle sale italiane il 3 novembre distribuito da Koch Media.
La vicenda narra di una situazione molto comune: un’azienda tessile italiana cede la maggioranza della proprietà a una multinazionale. Non sono previsti licenziamenti, ma alcuni cambiamenti sono in arrivo, e undici donne devono decidere se accettare le richieste dei nuovi proprietari. Si accende il dibattito, ed esperienze di vita diverse si scontrano fino al fatidico voto finale. “In Italia, girare un film sul mondo del lavoro è un’impresa ardua. Si preferiscono le commedie, ma con il cast giusto siamo riusciti a portare sul grande schermo un’importante battaglia dei giorni nostri. Tutte le mie protagoniste si sono unite con grande entusiasmo”, dice Placido. E Massini continua: “Noi non parliamo solo di una realtà operaia, ma dell’intero panorama lavorativo italiano. Tutti si riconoscono in questa testimonianza, e ogni giorno sono chiamati a scegliere se accettare condizioni sempre più sfavorevoli o ribellarsi”.
Ottavia Piccolo sostiene che è “una storia necessaria, che dovevamo raccontare”, e Fiorella Mannoia prosegue: “Noi non vogliamo suggerire una risposta. Quando il principale avanza una richiesta, può avere ragione dal suo punto di vista. E anche il dipendente, a sua volta, ha i suoi validi motivi per non accettare. Non esiste un buono o un cattivo”. La politica non tarda a salire in cattedra, e la Mannoia incalza: “Stiamo perdendo i nostri diritti e non c’è più la fiducia verso la classe dirigente. Siamo disposti a tutto pur di non perdere la nostra occupazione, e a breve dovremo confrontarci con una nuova schiavitù”. Infine interviene Violante Placido: “I giovani non combattono più come una volta. Il mondo va troppo veloce, e sembra di non avere il tempo di prendere le decisioni giuste. Tutti scelgono di vivere il presente, ma servirebbe un po’ più di coraggio per costruire il futuro”. La parola va al pubblico, e l’avvenire di noi lavoratori si discute anche al cinema.