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“Il 2019 è stato un anno decisamente positivo”. Parola del presidente dell’Anica Francesco Rutelli al tradizionale appuntamento di presentazione sull’andamento generale e sui dati del cinema in sala.
“C’è grande domanda di prodotto e grande aspettativa e il sistema italiano è pronto a rispondere a questo. Si è ritrovato un feeling con il grande pubblico nelle sale cinematografiche. E questo va letto in due chiavi: da una parte la qualità perché il pubblico italiano crea e vuole buoni prodotti, dall’altra la filiera con una visione non legata solo ad alcuni mesi l’anno”, ha proseguito, sottolineando poi l’importanza della normativa attuale e cioè la legge promossa da Dario Franceschini.
Ecco i dati: nel 2019 al box office italiano si sono incassati € 635.449.774 per un numero di presenze in sala pari a 97.586.858. Rispetto al 2018 dunque, che è stato un annus horribilis, si è registrata una crescita degli incassi del 14,35% e un aumento di presenze del 13,55%. In termini di incasso si tratta del quinto risultato, sia dal 2010 che in assoluto dal 1995, anno di inizio delle attività di rilevazione da parte di Cinetel. Cresciuto anche rispetto allo scorso anno il box office della produzione italiana che nel 2019 ha registrato un incasso di 134.8 milioni di euro (“una soglia importante dalla quale negli ultimi anni ci si era allontanati”, ha commentato il presidente Cinetel Davide Novelli) per una quota sul totale del 21,22%.
Aumentato il numero di presenze della produzione italiana del 5,56% per una quota sul totale del 21,56%. In aumento anche la quota del cinema statunitense con un risultato sul totale del 65,16%. Il primo incasso del 2019 è stato registrato da Il Re Leone per un box office di 37.5 mln di euro (un incasso superiore al primo film del 2018 Bohemian Rhapsody).
“Quest’anno la filiera ha lavorato insieme e ciò lo si evince dai dati”, ha commentato il presidente dell’Anec Mario Lorini, che ritiene si debba essere “soddisfatti senza essere trionfalistici”. Per il presidente della sezione distributori Luigi Lonigro questo è “il risultato di un lavoro attento e mirato”, mentre per la presidente dei Produttori Francesca Cima questi dati sono “confortanti e incoraggianti per i produttori”. “La direzione intrapresa è quella giusta - ha poi specificato -. Gli ottimi risultati di film come Martin Eden e Il traditore al box office segnalano che il pubblico chiede qualità e vuole essere sorpreso. Bisogna anche continuare a lavorare su progetti integrati come Moviement e mi auguro che venga rafforzata l’immagine popolare del cinema nel grande pubblico con programmi di intrattenimento. Non so, penso a una sorta di Mastercritic”.
Altro elemento importante da evidenziare è il grande ritorno del cinema italiano. Allo stesso modo tutti gli addetti ai lavori hanno sottolineato più volte la maggiore qualità delle opere. I migliori risultati al box office sono stati registrati da Il primo Natale di Ficarra e Picone (sesto posto), Pinocchio di Garrone (dodicesimo posto) e 10 giorni senza mamma (diciannovesimo posto) di Alessandro Genovesi. Non solo, la stagione cinematografica si è allungata, sdoganando mesi come maggio e settembre e portando il prodotto importante ad essere presente dodici mesi l’anno (il mese di agosto in particolare ha registrato il più alto incasso per il periodo dal 1995 e il 2019 ha vinto il confronto sul 2018 per 9 mesi consecutivi su 12, da aprile fino a dicembre). In più si sta lavorando per mettere in piedi un palinsesto importante di prodotti italiani anche per la prossima primavera ed estate.
Ma il buon risultato al box office dal cinema italiano si è raggiunto in corner con i film usciti a Natale? “Venivamo da un anno negativo e nei primi tre mesi dell’anno abbiamo pagato quel trend sfavorevole - ha risposto Novelli-. Da aprile in poi ci sono stati buoni risultati. Con film come i già citati Il traditore e Martin Eden, ma anche con l’horror di Pupi Avati e la commedia Ma cosa ci dice il cervello. Poi con Siani, Albanese, film come L’immortale e altri usciti a Natale si è completato un recupero che era già iniziato precedentemente”. Un Natale diverso e anomalo rispetto ai precedenti: per l’offerta variegata ( tra i titoli, La dea fortuna di Ozpetek, Pinocchio di Garrone e il film di Ficarra e Picone: “Tre film molto belli che hanno sfatato il mito del cinepanettone”, ha commentato Lonigro), per l’assenza, appunto, dei cinepanettoni e per lo slittamento dell’uscita del film di Zalone al primo gennaio.
Per quanto riguarda l’esercizio, le strutture monosala, spesso legate ai piccoli centri, hanno avuto una buona performance e nessuna di queste è stata chiusa. Negli ultimi tempi si è anche riaffermato il Cityplex come modello virtuoso. Importanti i contenuti alternativi: “Ben distribuiti portano nuovo pubblico nelle sale. Penso ai film sull’arte o al film evento su Chiara Ferragni, ma anche a quello che accadrà il prossimo weekend con l’uscita di Me contro Te”, ha detto Lonigro. E c’è apertura su esperimenti stile The New Pope di Paolo Sorrentino: la serie è uscita in sala non solo per il lancio, ma sarà proiettata interamente sul grande schermo.
Francesco Rutelli ha poi precisato: “Il funzionamento della legge Franceschini aveva bisogno di una grande quantità di norme attuative. Monitoriamo che il 2020 sia l’anno in cui la normativa di sistema abbia la sua piena funzionalità”. Infine il direttore generale per il Cinema e l’Audiovisivo del Mibac Mario Turetta ha concluso: “Siamo soddisfatti del dati qui presentati. Il 2019 è stato un anno particolare, di svolta”.