PHOTO
22 Jump Street
Dal liceo al college. Sa di promozione la missione affidata all'improbabile coppia Jonah Hill/Channing Tatum, piedipiatti coi cervelli piombati di 22 Jump Street. Ancora sotto copertura, per una questione di droga, riusciranno nonostante gli sforzi profusi per fallire, o forse proprio per quelli.
Promozione che raddoppia al box office, dove il sequel di 21 Jump Street ha già incassato 269 milioni di dollari, una settantina in più del precedente.
Con questo biglietto da visita la commedia demenziale diretta da Phil Lord e Christopher Miller si appresta a sbarcare in Italia (e non solo), provando a incrementare il già lauto bottino. Ciò detto, l'America si conferma terreno d'elezione del franchise, che passa in rassegna luoghi e miti della cultura studentesca USA, demolendola.
Qui abbiamo il college à la Berkeley, le sinistre confraternite, i professori tipo Attimo fuggente, il football, la palestra, lo sballo, lo spring breakers e molto altro stupidario yankee. Tutto dentro il grande frullatore di un umorismo talmente feroce e dissacratorio, così svalvolato e ottuso, da liquidare ogni preoccupazione narrativa e stilistica. O meglio, lo stile c'è, ma è una parodia anch'esso.
L'espressività catatonica di Jonah Hill e la gommosa fisicità di Channing Tatum - il primo straordinario gaffeur alla Jerry Lewis, il secondo vacuo e palestrato Zoolander - sono al servizio di un poliziesco che si autodistrugge, un buddy movie con etichetta gay friendly a caratteri cubitali, un Miami Vice dentro Una pallottola spuntata, un American Pie dentro True Lies dentro Il ribelle dentro Spring Breakers (la parodia della parodia).
Roba da blob cinematografico che questi due ragazzacci al timone - Phil Lord e Christopher Miller sono gli stessi di Piovono polpette e The LEGO Movie - trasformano in comicità pura e gioiosa, dove la citazione va messa alla gogna, lo sberleffo in ghiacciaia, il nonsense ovunque, lo sketch dilatato e gonfiato a dismisura.Risata liberatoria come in un film di Mack Sennett. Molto si perde nella infausta traduzione italiana e il resto si dimentica. Come è giusto che sia.